Respinte durante il consiglio comunale di ieri le due mozioni relative alla doppia farmacia di turno e al referendum abrogativo della riforma sanitaria regionale. “Pd e sindaca avanti nonostante le raccolte firme fra i cittadini”, sottolineano i due consiglieri di opposizione
Da una parte la richiesta di un doppio turno per le farmacie, su Figline e Incisa; dall'altra quella di aderire alla raccolta firme per l'abolizione della legge regionale sulla sanità. Due mozioni sostenute dai gruppi di opposizione M5S e Salvare il Serristori, che sono state respinte nella seduta consiliare di Figline e Incisa, lunedì pomeriggio.
"Siamo assolutamente sconcertati – commentano Naimi (M5S) e Trambusti (Salvare il Serristori) – di come i consiglieri Pd e il Sindaco continuino ad ignorare la voce del popolo, il messaggio chiaro che migliaia di cittadini hanno mandato a questa Giunta e a questo Consiglio in merito a temi importantissimi quali l’apertura della doppia farmacia, nonché il referendum abrogativo della riforma del sistema sanitario regionale per cui sono state raccolte oltre 55000 firme. Riteniamo gravissimo l’atteggiamento di chi dovrebbe amministrare la città garantendo la massima partecipazione ed un ascolto attento e costante di tutte le istanze dei cittadini".
"La linea di partito ha prevalso su temi di particolare rilevanza per la popolazione: un 'no' a priori senza mai entrare nel merito delle questioni ma trasformando legittime richieste in caciara politica utile solo a chi non ha argomentazioni. Da tempo abbiamo cercato di aprire il dibattito sulla necessità di una farmacia di turno a Figline, servizio peraltro che prima della fusione già esisteva, e nonostante nelle ultime settimane ci siano state novità rilevanti quali la raccolta di circa 700 firme e l’imminente apertura della sesta farmacia sul territorio, ancora una volta il Pd ha detto no".
"Sempre in tema di salute è stata negata dai consiglieri di maggioranaza l’adesione del nostro comune al referendum abrogativo della riforma sanitaria facendo eco a quanto succede in Regione dove la mobilitazione ha portato a raccogliere molte più firme di quelle necessarie che tuttavia ancora non sono state sufficienti a dar attuazione al referendum quale diritto costituzionalmente garantito".
"Stando così le cose – concludono Naimi e Trambusti – non ci rimane che mobilitare nuovamente tutti quei cittadini che credono ancora nella democrazia invitandoli a partecipare ai comitati referendari che nei prossimi giorni prenderanno forma per opporsi legittimamente a questa Amministrazione e alle sue scelte. Non possiamo tollerare questo modo di amministrare poiché troppo spesso questi giovani amministratori si dimenticano che non sono dei freelance, ma hanno un preciso datore di lavoro a cui rendere conto: i cittadini".