Il caso era esploso nel 2018 e aveva coinvolto molte famiglie del Valdarno aretino, che si erano viste cambiare il gestore senza aver nemmeno mai incontrato un incaricato. Le indagini di Carabinieri e Polizia avevano portato a numerose denunce nei confronti di addetti di una società esterna. Ma Federconsumatori si è rivolga al Garante, che ha ravvisato anche la responsabilità di Eni nel trattamento dati
Una multa da 3 milioni di euro: l'ha inflitta il Garante per la privacy alla società Eni, in seguito all'esposto presentato dalla Federconsumatori di Arezzo. E il caso, esploso nel 2018, è quello dei falsi contratti di energia elettrica, stipulati a totale insaputa dell'utente finale: furono centinaia le famiglie coinvolte in Valdarno aretino, in particolare a San Giovanni ma non solo, che si ritrovarono alle prese con il distacco dal precedente gestore, e con un nuovo contratto (fasullo) mai richiesto.
Le indagini, condotte sia dai Carabinieri che dalla Polizia, avevano portato a numerose denunce a carico degli addetti di una società esterna, una agenzia incaricata dalla stessa Eni di procacciare nuovi clienti. Gli addetti avevano escogitato un metodo semplice: si impossessavano dei dati delle utenze e sottoscrivevano, a loro nome, contratti completamente illegittimi. Finché, appunto, le persone non hanno iniziato a ricevere le comunicazioni di disdetta dal vecchio gestore e hanno denunciato tutto.
Per Federconsumatori, però, si rilevava in questo caso anche una corresponsabilità della stessa Eni, almeno sul fronte della gestione dei dati. Per questo l'esposto al Garante della Privacy, che ha portato alla maxi-multa. "Numerosi cittadini – ricorda l'associazione – si erano rivolti a noi denunciando un vero e proprio “furto di dati”, grazie al quale si erano poi ritrovati titolari di un nuovo contratto con ENI gas & luce Spa, non richiesto". Federconsumatori aveva contestato all’azienda le modalità con cui era stato imposto all'utente il nuovo contratto, anche se risultava attivato tramite un'agenzia della quale Eni si era avvalsa per ampliare la propria clientela, e che aveva operato in maniera scorretta entrando in possesso dei dati degli utenti per confezionare una richiesta di fornitura non voluta.
Contemporaneamente Federconsumatori Arezzo aveva inoltrato un esposto al Garante per "denunciare simili comportamenti, che prefigurano non solo la violazione della privacy, ma addirittura la somministrazione di un contratto di fornitura di servizi mai richiesto e che ha recato numerosi danni alle famiglie a causa delle procedure che è stato necessario attivare per ripristinare il contratto originario. Il Garante per la Privacy si è pronunciato ed ha comminato ad ENI una sanzione di 3 milioni di euro, in quanto soggetto responsabile dei dati attraverso i quali sono stati attivati i contratti non richiesti".