Cresce la preoccupazione fra le famiglie che abitano intorno allo stabilimento di Ambra, nel comune di Bucine, abbandonato da anni. Il 20 marzo è caduta una traversina, ennesimo crollo segnalato dai residenti della zona: il tetto è in amianto, in condizioni di degrado e sfaldamento. “Siamo di fronte ad un disastro ambientale”
Un nuovo crollo fa crescere la preoccupazione fra le famiglie che abitano vicino all'ex Toscana Tabacchi, ad Ambra, frazione del comune di Bucine. Un vecchio stabilimento produttivo con il tetto imbottito di amianto, abbandonato da anni, finito all'asta e rimasto senza un compratore. È proprio quel tetto che mette in allarme i residenti della zona: perché è in condizioni di degrado e da oltre un anno si sta sbriciolando.
Il 20 marzo scorso si è verificato l'ennesimo crollo di una traversina della copertura: l'ultimo di una allarmante serie iniziata oltre un anno e mezzo fa. Ora i residenti si sono rivolti all'Arpat, con un esposto in cui chiedono interventi urgenti per tutelare la propria salute, in particolare quella dei bambini più piccoli che abitano con le loro famiglie in quella zona.
"Il crollo della traversina – spiegano nell'esposto – è avvenuto martedì 20 marzo 2018 intorno alle 22, in precedenza era avvenuto un crollo analogo il 26 dicembre 2017; il 15 agosto 2016 era venuta giù la prima traversina in seguito ad un evento atmosferico eccezionale che aveva danneggiato molte lastre in eternit scaraventandole in parte sopra la copertura ed in parte nel perimetro esterno. Ad aprile 2017, dopo 8 mesi da quel primo crollo, sono stati raccolti i pezzi rotti sia nel perimetro esterno sia in quello interno".
"Ad oggi – fanno notare i residenti – sono passati 1 anno e 7 mesi dal primo crollo, se ne sono aggiunti altri 2 che hanno prodotto una montagna di detriti visibili anche dalla strada provinciale (via Trieste) attraverso una delle saracinesche parzialmente aperta, che si aggiungono a i detriti presenti ancora sopra alla coperura".
"La situazione è divenuta insostenibile; non si può abitare, lavorare, andare a scuola avendo nelle vicinanze questa fonte di veleno: sappiamo che le fibre di amianto sono cancerogene; qui siamo di fronte ad un disastro ambientale che, nel silenzio, causa un danno alla salute soprattutto per chi è esposto per più tempo come i bambini".
Ad Arpat, attraverso l'esposto si chiede con urgenza "che vengano prese tutte le iniziative necessarie per tutelare la salute pubblica; che si misuri la quantità di fibre di amianto disperse nell'aria; che si prevengano futuri crolli puntellando le traversine; che vengano raccolti i pezzi rotti sparsi sopra la copertura e all'interno dello stabilimento; che vengano raccoti tutti i rifiuti pericolosi presenti all'interno della struttura (come descritto dopo il sequestro avvenuto nel 2013 da parte della forestale)". Dell'esposto è stato informato anche il comune di Bucine.