24, Aprile, 2024

Ex scuole, il Collettivo Bujanov interviene: “Bisogni insoddisfatti genereranno risposte adeguate”

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Il Centro popolare Don Chisciotte dovrà lasciare i locali della ex scuola dove da 15 anni svolge le proprie attività. In una nota il commento del Collettivo

L'amministrazione comunale di Cavriglia ha deciso di trasferire la farmacia comunale e l'ambulatorio medico all'interno dei locali della ex scuola di Vacchereccia. Nell'immobile dal 2003 svolge le proprie attività il Centro popolare Don Chisciotte: il Collettivo Bujanov interviene e prende posizione.

"Abbiamo appreso, in maniera del tutto fortuita, che i locali che attualmente ospitano il centro popolare Don Chisciotte a Vacchereccia, sarebbero stati in un attimo di distrazione generale venduti. Non solo, è già previsto che l’acquirente privato demolisca il bene pubblico per consentire (oltre all’immancabile profitto per qualcuno) all’amministrazione comunale di soddisfare i bisogni principali degli abitanti di Vacchereccia. Avremmo qualcosina da dire".

Il Collettivo Bujanov spiega: "Troppo comodo parlare dello sgombero forzato di un centro popolare autogestito nei termini di una riqualificazione. Troppo comodo aver fatto finta di niente finché è convenuto: manutenzione gratuita, patentino di amministrazione “sensibile”e solidale. Troppo comodo spacciare la solita speculazione a scapito del patrimonio pubblico come soddisfazione dei bisogni dei cittadini. Al fumo negli occhi istituzionale preferiamo parlare chiaro: uno sgombero è uno sgombero. E qualcuno si dovrebbe assumere la responsabilità politica di gestirlo".

"I fatti sono i fatti: l’ennesimo bene pubblico viene privatizzato; l’ennesimo luogo non mercificato di aggregazione, aperto a tutti, viene chiuso; l’ennesima esperienza di lotta e resistenza a questo sistema di alienazione e sfruttamento viene repressa. Questo – si legge ancora nella nota – per costruire appartamenti, una farmacia e tre studi medici. Tutto torna. Sempre. Per provare a intuire i veri obiettivi di questa operazione significativo è il parere dell’associazione dei farmacisti valdarnesi che parla dell’inevitabile chiusura della farmacia perché non 'performante'. Quindi basta cambiare posto, far girare un po’ di soldi e magicamente la nuova farmacia macinerà profitti? Oppure addirittura si prevede che, grazie del prossimo arrivo nelle capienti miniere di Santa Barbara delle terre contaminate TAV, un incremento del consumo dei medicinali. Ci chiediamo anche se la ridente e sonnolenta Vacchereccia abbia come prima necessità una farmacia (e altri appartamenti)".

"Dal nostro punto di vista – continuano i membri del Collettivo – un’amministrazione arrogante e furba porta come sempre avanti i suoi interessi di bottega, ignorando una realtà che da 15 anni porta avanti (unica in Valdarno) le pratiche dell’autogestione e dell’autorganizzazione, vero fumo negli occhi della sinistra di potere. Loro parlano di abbandono e degrado. Dov’è il degrado? In un centro popolare senza padroni e padrini, che (senza mezzi e completamente autofinanziato) produce attività “culturali” a volte vivaci e rumorose ma vitali e comunque espressione delle contraddizioni che animano questa società, una voce indipendente e scomoda, che ancora parla di antifascismo e di anticapitalismo; oppure in chi è incapace di mettere anima e contenuti in ciò che fa, perché ha ormai perso radici, idee …e credibilità?". 

"Il degrado – chiude la nota – è il risultato della deriva liberista e autoritaria che le classi dirigenti di tutto il mondo hanno abbracciato. Per concludere non abbiamo granchè da dire al sindaco. Donchi o non Donchi le ragioni della sua esistenza rimangono immutate, bisogni insoddisfatti genereranno risposte adeguate".

 

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