29, Giugno, 2024

Ex colonia fluviale, il comune avvia le verifiche per accertare “l’interesse culturale”

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Si tratta dell’edificio situato in fondo a viale Matteotti, a Montevarchi: è previsto come pagamento dei lavori alla ditta che ha ristrutturato piazza Cesare Battisti, ma da mesi è in corso una diatriba tra comune e azienda. Prima Montevarchi: “Coinvolgeremo la Corte dei Conti”

L'ex Colonia Fluviale di Montevarchi, in fondo a viale Matteotti, potrebbe diventare "di interesse culturale". O almeno questo è l'obiettivo dell'Amministrazione comunale, che ha dato il via all'iter per verificare la sussistenza dei requisiti. 

"In quell’area – si legge nella determina dirigenziale con cui si nomina il responsabile del procedimetno – venne realizzata, a partire dal 1924, la Colonia Fluviale Elioterapica di Montevarchi. Quella di Montevarchi fu la prima colonia fluviale costruita in Toscana ed una prime in Italia. Nel corso degli anni venti e trenta divenne oggetto di visita e di studio da parte di numerose autorità scientifiche e governative. La colonia ospitava bambini di tutta la provincia ed anche figli di italiani emigrati in Francia. Durante la stagione estiva l’area divenne la meta preferita della popolazione e luogo ideale per lo svolgimento di numerose manifestazioni sportive quali gare di tiro al piattello, di canottaggio, di nuoto e di pesa oltre al iniziative folkloristiche come la festa della salacca oppure i festeggiamenti del 1° maggio".

Le procedure dunque vengono avviate per la “verifica di interesse culturale del fabbricato e dell’area su cui insisteva la colonia fluviale elioterapica di Montevarchi” . Su quell'area insiste l'edificio della Capannina all'Arno, di proprietà comunale, per anni utilizzata in gestione come piccolo bar. Ed è un edificio che oggi è al centro di una diatriba legale. 

Valutata circa 120mila euro, la Capannina fa parte di quella contropartita che il comune di Montevarchi doveva utilizzare in pagamento per la propria parte alla ditta realizzatrice di piazza Cesare Battisti. Circa 300mila euro la quota a carico dell'amministrazione comunale, dei quali 180mila euro erano coperti con la cessione dell'immobile del Sit di piazza Umberto I, e 120mila con la Capannina. Nessuno dei due immobili è stato ancora ceduto, nonostante il taglio del nastro di piazza Cesare Battisti risalga a luglio 2014. 

Tanto che, con decreto ingiuntivo del 26 maggio, il Tribunale di Arezzo aveva dato ragione alla ditta che si era rivolta al tribunale stesso, la Costruzioni Giuseppe Stiatti Srl. "Il comune di Montevarchi paghi alla parte ricorrente, entro quaranta giorni dalla notifica del presente decreto, la somma di 307mila euro più interessi e spese di procedura". Il sindaco aveva annunciato ricorso, l'obiettivo restava quello di pagare con la cessione degli immobili.

"L’immobile del Sit – ricorda in una nota Prima Montevarchi – non può essere alienato in quanto, essendo vincolato, non è stata fatta la procedura di legge per ottenere il previo nullaosta della Soprintendenza. La Capannina individuata per locale commerciale era in realtà, all’atto dell’appalto, censita come tettoia e valutata in 120.000 euro! In seguito si è fatta una variazione catastale nel tentativo di allinearla alla destinazione per la quale si era messa in gara. Solo che quell’immobile è stato trasformato fisicamente da tettoia in qualcosa che doveva assomigliare ad un locale commerciale con interventi che, a nostro avviso e non solo, non erano procedibili per i vincoli che gravano su un’area peraltro posta in piena golena dell’Arno". 

"Insomma – commenta il movimento di opposizione – chi ha fatto gli arrosti paghi, mica penseranno di far pagare il bruciato ai cittadini? Non ci provino neanche! Nel frattempo leggiamo la determinazione dirigenziale con la quale si avvia il procedimento “di verifica di interesse culturale del fabbricato e dell’area su cui insisteva la colonia fluviale elioterapica di Montevarchi”. Non sappiamo a cosa mira tutto ciò. Se fosse un tentativo di far passare il fabbricatino esistente e la orripilante tettoia per vestigia di quella che fu l’ex Colonia Regina Margherita, magari nello spirito di legittimare con la poesia ciò che potrebbe non esserlo… beh, proveremo a scrivere a “Striscia la notizia”. Nel frattempo scriveremo alla Corte dei Conti, perché valuti l’intera questione e faccia da garante che, a fronte di un eventuale danno erariale che dovesse evidenziarsi, a pagare siano i responsabili e non i cittadini".

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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