Primi appuntamenti con Roberto Marini e Valentina Vadi, poi seguiranno Francesco Carbini e gli altri nomi designati dalle varie formazioni politiche in campo. Ne parla il presidente della delegazione sangiovannese della Confcommercio Paolo Mantovani: “esporremo a ciascuno le richieste della nostra categoria”
Il rilancio turistico di San Giovanni Valdarno, la creazione di un pacchetto di agevolazioni per sostenere l’apertura di attività commerciali e uffici nel centro storico, il miglioramento dell’accoglienza e del decoro urbano, infine la valorizzazione della concertazione come strumento di democrazia nel governo del territorio. Sono i quattro punti che Confcommercio di San Giovanni sottoporrà all'attenzione dei candidati a sindaco nelle elezioni amministrative del 26 maggio.
I primi due appuntamenti in programma sono con Roberto Martini e Valentina Vadi, rispettivamente candidati del centrodestra e di Alleanza civica, democratica e progressista, poi con Francesco Carbini sostenuto da quttro Liste civiche.
Il presidente della delegazione sangiovannese di Confcommercio Paolo Mantovani spiega: “Vogliamo incontrarli per esporre le richieste della nostra categoria e ascoltare il loro programma elettorale sui temi che più ci stanno a cuore, dall’economia al rilancio della città. Insieme a me, ci saranno i membri del consiglio direttivo e i colleghi imprenditori che vorranno unirsi. Si tratta infatti di colloqui importanti per il futuro del terziario e della nostra città. Vogliamo che il futuro Sindaco impari a considerare la nostra associazione come soggetto attivo e propositivo, che può contribuire a comporre il quadro della situazione con chiavi interpretative molto pratiche, quelle di chi vive la strada 365 giorni l’anno”.
“Per quanto concerne il primo argomento nella nostra agenda, ovvero il turismo, siamo consapevoli della necessità di trasformare il Valdarno in una vera destinazione turistica, organizzata per offrire ai turisti un’esperienza integrata e coinvolgente. La creazione dell’Ambito Territoriale Turistico, che Confcommercio ha fortemente voluto, è una ottima premessa per arrivare a questo risultato. Che sarebbe invece impossibile da raggiungere senza il sostegno fattivo delle Amministrazioni locali. Gli imprenditori ci mettono risorse economiche, energia e lavoro, Confcommercio li sostiene anche attraverso servizi finanziari e la formazione, ma sono le istituzioni pubbliche a dover creare un ambiente adatto, con infrastrutture adeguate a sostenere lo sviluppo. Altrimenti ogni sforzo sarà inutile”.
Confcommercio sottolinea poi la differenziazione tra Valdarno aretino e Valdarno fiorentino: “Chi vuole investire in un bar, un ristorante o una struttura ricettiva cerca queste ultime zone perché garantiscono un flusso più alto di persone. Basti pensare che nel versante fiorentino del Valdarno esistono 14mila posti letto, in quello aretino non arriviamo a 8mila. Nel comune di San Giovanni Valdarno, nello specifico, non ci sono alberghi ma solo strutture extralberghiere, per un numero di posti letto difficilmente monitorabile e molto frazionato sul territorio. Non stupisce nessuno, quindi, che contiamo meno di duemila arrivi in un anno, contro gli oltre centomila registrati in tutta la vallata. È evidente che si debba investire di più nell’immagine turistica, nell’organizzazione del territorio e nella sua promozione. Solo allora si potrà puntare al turismo per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione nella vallata. Chiederemo quindi a chi amministrerà San Giovanni Valdarno di preoccuparsi anche di questi aspetti”.
Mantovani conclude: "Tra i tanti progetti imprenditoriali che aprirebbero nuovi spiragli per il turismo sangiovannese, Confcommercio ne individua uno nel recupero come residenza d’epoca o b&b di lusso dello storico edificio della ex Pretura in piazza Cavour, attualmente all’asta. È solo un esempio di quanto si potrebbe fare per attirare turisti di un certo livello, innamorati della Toscana più vera e genuina ma allo stesso tempo abituati ad un certo livello di servizi nell’accoglienza. Qui potrebbero trovare una rete distributiva d’eccellenza per il loro shopping e si innescherebbe un circolo virtuoso con ricadute positive per tutte le attività”.