26, Aprile, 2024

Duecento miglia di corsa tra i boschi, la folle impresa (a fin di bene) di Alberto Lazzerini

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Ha corso per più di 81 ore a 2mila metri di altezza senza quasi riposare in mezzo alle montagne tra California e Nevada. Così il figlio dell’ex sindaco di Loro ha voluto promuovere l’attività della Fondazione Niccolò Galli

A sentirne parlare verrebbe da liquidarla come una follia, un'impresa al di là delle possibilità umane: 200 miglia di corsa, 321 chilometri, da correre tutti d'un fiato. E nemmeno in pianura: ad alta o altissima quota. Eppure in giro per il mondo si trova qualche decina di intrepidi, uomini e donne, disposti a provarci e capaci di riuscirci. Tra i 53 che hanno completato la “Tahoe 200”, la gara podistica estrema disputata tra l'11 e il 15 settembre scorsi a Homewood, California, c'è anche un valdarnese, Alberto Lazzerini. Che ha corso per 81 ore e 40 minuti, e lo ha fatto a fin di bene.

Tre giorni e mezzo per completare l'ampio e suggestivo anello di gara disegnato intorno al lago Tahoe, in mezzo ai boschi attraversati dal confine tra California e Nevada, circa 2mila metri di altezza sul livello del mare con picchi sopra i 3mila metri e un dislivello complessivo di oltre 1.200m. Il tutto dormendo appena quattro ore.

Alberto Lazzerini, figlio dell'ex sindaco di Loro Ciuffenna Piero Lazzerini che lo ha accompagnato negli Stati Uniti fornendogli via via il necessario supporto logistico, ha completato la sua impresa dopo esser rimasto a lungo in lotta per il podio. Per oltre 160 miglia è rimasto nel gruppo di testa, stringendo i denti per le vesciche che intanto gli stavano letteralmente devastando i piedi. Nelle ultime 40 miglia è stato costretto a rallentare il passo, trascinandosi con tenacia fino al traguardo. Ha perso molte posizioni, ma ha comunque chiuso con un ottimo 23° posto assoluto.

Lo ha fatto per misurarsi con se stesso, ma lo ha fatto soprattutto per promuovere la causa della Fondazione Niccolò Galli, l'ente fondato dall'ex portiere di Fiorentina e Milan Giovanni Galli in onore del figlio morto a 17 anni per un incidente stradale, che da anni sostiene progetti di assistenza sociale e socio-sanitaria per i giovani vittime di incidenti stradali o sportivi. Per questo Alberto Lazzerini ha deciso di partecipare alla gara proprio come portacolori della Fondazione.

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