La lectio magistralis dello scrittore israeliano ha fatto registrare un grande successo di pubblico al palazzetto dello sport di Terranuova, ultimo di una lunga lista di ospiti di fama internazionale della seconda edizione del Moby Dick Festival. Il Sindaco Sergio Chienni ha consegnato a Grossman l’onorificenza Poggio Bracciolini
"Ringrazio tutti voi per essere qui stasera, mai come in questo momento è necessario parlare e difendere la letteratura, ed è per questo che vi voglio dare il benvenuto con Shalom, che in ebraico significa pace". È così che prende il via l'intervento di David Grossman, scrittore di fama internazionale, accompagnato dall'interprete Paolo Maria Noseda, in quello che è stato l'ultimo appuntamento della seconda edizione del Moby Dick Festival. Il Sindaco Sergio Chienni ha consegnato al grande scrittore l'onorificenza Poggio Bracciolini, "per il contributo culturale dato con la sua opera letteraria e per l'impegno profuso nel processo di pace tra i popoli".
Lo scrittore israeliano ha affrontato molte tematiche quali il suo rapporto con la lingua ebraica, l'età dell'adolescenza, il suo ultimo romanzo, l'ammirazione per Amos Oz e molto altro, rievocando persino alcuni suoi ricordi d'infanzia "Mio padre iniziò come autista di autobus, poi divenne libraio ed infine gestore di una biblioteca, perciò da bambino lessi tantissimi libri, consigliando a mio padre quali comprare e leggendoli prima dei lettori frequentanti la biblioteca."
"Tuttavia – continua Grossman – uno dei ricordi più magici che ho di mio padre è quando mi leggeva storie e favole prima di andare a letto. Lui, che era un uomo molto autoritario, pareva diventare una persona diversa: la sua voce si faceva più morbida, la sua lingua cambiava, è un ricordo dolcissimo che ho dell'infanzia ed è per questo che mi dolgo sempre quando i genitori allungano il cellulare o il tablet ai loro figli per fargli ascoltare una fiaba registrata. È una grande perdita, sia per i genitori che per i figli, che perdono quel momento incantato in cui la voce ti avvolge e ti abbraccia; non esiste tecnologia che possa sostituire tutto questo."
"Sono sempre stato affascinato dal periodo giovanile e se avessimo 500 anni a disposizione, 100 li passerei cercando di capire cosa voglia dire essere adolescenti – continua Grossman rivelando uno dei suoi temi più cari – è un periodo di sentimenti acuti, in cui si cristallizza la nostra futura identità, per poi, da adulti, tornare indietro a studiare la nostra identità di allora. Non abbiamo tempo sufficiente per capire queste dinamiche, però, soprattutto nei miei ultimi romanzi, ho imparato a comprendere la problematicità dell'essere adulti: anche loro sono dei bambini, che come tali si sentono soli, confusi ed in una realtà incomprensibile, indecifrabile come il capire proprio cosa significhi essere adulti, e, spesso, non lo capiamo nemmeno a 65 anni."
Sul palco, a chiudere il festival, è salito anche il sindaco di Terranuova Bracciolini, Sergio Chienni, il quale ha ringraziato pubblico ed organizzatori per la riuscita del Moby Dick Festival, dando appuntamento a tutti al prossimo anno per la terza edizione e offrendo un importante riconoscimento allo scrittore: "La sua opera ci dà un orizzonte più ampio e ci fa alzare lo sguardo dalle contingenze del presente, dedichiamo il nostro premio Poggio Bracciolini a David Grossman".