Nella notte fra il 3 e il 4 novembre del 1966 l’Arno esondò anche in Valdarno. Foto d’epoca ricordano quei tragici momenti. Il fango invase i centri storici, mentre a Reggello due famiglie morirono nella piena del Resco
Quarantanove anni fa anche il Valdarno pagò, in termini di vite umane e danni inquantificabili, il prezzo dell'esondazione dell'Arno. Mentre Firenze veniva inghiottita dal fango, da Montevarchi a Rignano si facevano i conti con numerosi straripamenti di affluenti e corsi d'acqua, i cui argini non avevano retto nella nottata fra il 3 e il 4 novembre del 1966.
Sono le 22 del 3 novembre quando alcuni fiumi, torrenti e fossi cominciano a rompere gli argini. Scatta l'allerta, si muovono le forze dell'ordine e i Vigili del fuoco, uomini della Polizia vengono inviatati addirittura direttamente da Firenze in Valdarno, senza prevedere quello che sarebbe successo di lì a poco. Un'ora dopo il dramma: a Reggello esonda il Resco e travolge tutto ciò che incontra: a perdere la vita sono due intere famiglie, sette persone in totale, compresa una bambina. Intanto l'A1 e la ferrovia vengono bloccati: il Valdarno è praticamente isolato. A mezzanotte l'Arno esce dagli argini: invade tutti i centri abitati, Montevarchi, San Giovanni, Figline, Incisa, Rignano.
L'indomani, l'alluvione di Firenze renderà tutto ancora più drammatico. Ma per ripulire il Valdarno ci vorranno settimane, e per giorni rimarranno interrotti i collegamenti ferroviari e dell'autostrada.
A distanza di 49 anni, alcune foto di allora restituiscono la testimonianza di quello che fu l'alluvione del 1966. Come questa.
Figline, via Roma (foto dell'archivio storico del Circolo Fotografico Arno)