L’apprezzatissimo attore sarà protagonista Venerdì 3 Febbraio di uno degli spettacoli di punta della stagione del Teatro di Bucine. Lo abbiamo intervistato in esclusiva.
Un percorso nel mondo della letteratura e del teatro di William Shakespeare e Luigi Pirandello, in uno spettacolo elaborato da Davide Cavuti, recitato da Giorgio Pasotti ed impreziosito dalla presenza scenica della ballerina Claudia Marinangeli: uno degli eventi di punta della stagione del Teatro di Bucine che si terrà il prossimo Venerdì 3 Febbraio.
La rappresentazione diretta dallo stesso autore Davide Cavuti (importante musicista nonché compositore cinematografico e teatrale), si avvale proprio del talento dell’attore nato a Bergamo, conosciuto dal grande pubblico per aver recitato in film di indubbio successo come “L’Ultimo Bacio” di Gabriele Muccino e per aver fatto parte -tra le altre cose- del cast della serie televisiva “Distretto di Polizia”. Si tratterà di una rappresentazione suddivisa in tre parti: sul palco del Teatro di Bucine, Pasotti darà voce e corpo ad alcuni sonetti e brani tratti dalle principali opere di William Shakespeare, passando ad omaggiare Luigi Pirandello, per concludere con una terza sezione dove reinterpreterà la figura di Arlecchino, una delle maschere più conosciute della Commedia dell’Arte.
“Tre figure che apparentemente non hanno niente in comune –ci racconta in esclusiva– se non la capacità di trattare con leggerezza i drammi e le complessità della vita. Saper usare la giusta dose di distacco ed ironia per descrivere anche eventi drammatici generando un sorriso, è una caratteristica di pochi grandi autori, come i due che abbiamo deciso di omaggiare con questa rappresentazione”.
Uno spettacolo che in realtà era stato progettato e pensato per le scuole, tanto da esser stato messo in scena in numerosi matinée nella prima parte della tournée teatrale che ha visto Giorgio Pasotti portare in giro per l'Italia questo autentico “progetto culturale”.
“Da Shakespeare a Pirandello” è stato scritto scegliendo come figure centrali due autori che sono soprattutto materia di studio nella letteratura delle scuole medie e superiori: l’intento era quella di tornare a far innamorare i giovani del Teatro, presentando la recitazione seguendo un filone che spesso viene percepito come perduto, quello dell’intrattenimento. Riportare i ragazzi al Teatro, mostrando loro quel lato divertente capace di generare comunque un’esperienza emozionale forte, è il nostro obiettivo. Quasi subito ci siamo resi conto che lo spettacolo messo in scena non aveva un pubblico di riferimento delineato, per questo abbiamo deciso di portarlo in scena anche nelle programmazioni teatrali serali di tutta la penisola. Si può trattare autori impegnati e complessi, presentandoli seguendo una chiave di intrattenimento che renda fruibile a tutti il loro messaggio, riportando il Teatro al centro dell’aggregazione cittadina e intendendolo come luogo principe dove condividere e veicolare emozioni”.
Attore poliedrico e protagonista di numerosi progetti differenti tra loro, Pasotti non ha scelto il Teatro come una frontiera alternativa alla recitazione cinematografica, ma seleziona ogni proposta seguendo un punto di vista soggettivo, basato sul suo gusto di spettatore:
“Professionalmente non ho mai accettato una parte in base ad una tecnica recitativa determinata, ma ho sempre suddiviso le occasioni che mi sono state presentate in “progetti belli” e “progetti brutti”: ho sempre scelto di abbracciare copioni per me interessanti, quelli che io per primo andrei a vedere. È ovvio che le sensazioni che provo recitando davanti ad una cinepresa sono diverse da quelle che percepisco facendolo da un palco, così come è differente la preparazione tecnica. Al di là di questo credo però che sia decisiva la passione e la convinzione nei progetti scelti. Cerco di selezionarli guardandoli sempre dal punto di vista dello spettatore, leggendo i copioni che mi vengono proposti come se stessi immaginandomi una storia, accettando di recitarne una parte all’interno, nel caso questa coincida con i miei gusti personali di fruitore”.
“Mi aspetto molto dallo spettacolo di Venerdì prossimo a Bucine, principalmente perché ritengo le realtà teatrali di provincia particolarmente stimolanti ed interessanti. È infatti nei piccoli Teatri che ho potuto stupirmi di fronte a pubblici colti ed esigenti, proprio perché spesso si tratta di luoghi in cui il Teatro viene ancora percepito come luogo fondamentale di aggregazione e trasmissione di valori umani e culturali. Mi è capitato spesso, recitando in grossi spazi di fronte a migliaia di persone, di non percepire lo stesso livello di attenzione che si avverte in realtà più piccole, dove l’aspettativa è sicuramente più alta e dove l’artista si sente maggiormente sotto pressione. Si tratta quindi di realtà in cui amo lavorare, proprio perché ritengo che il Teatro debba tornare ad essere inteso come centrale nella diffusione della cultura e del divertimento di una comunità: qualcosa che nei Teatri di provincia si respira ancora, anzi: non si è mai smesso di sentire”.