Materiali e formazione professionale per la struttura che ospita le vittime della guerra
CRT e Comune di Figline Incisa insieme per la città bosniaca di Duboy Istok, piccola città di 10mila abitanti nella regione bosniaca di Tuzla. Qui una struttura sanitaria ospita 420 persone che hanno pagato in prima persona il prezzo della guerra che ha frantumato il paese balcanico. La solidarietà adesso lega Arezzo, il Valdarno e la Toscana a Tuzla grazie al lavoro svolto già agli inizi del conflitto da Franco Bettoli, Presidente di Emmaus International e coordinatore del Terzo Settore nella provincia di Arezzo, scomparso prematuramente.
Nei giorni scorsi una delegazione di operatori della struttura sanitaria di Duboy Istok è stata ricevuta dalla CRT e dal Comune di Figline e Incisa, che insieme alla ASP Martelli di Figline li ha ospitati per un periodo di formazione professionale.
“La nostra idea – commenta il Presidente della CRT, Marco Mugnai – è di mettere a disposizione le nostre professionalità per la formazione e di garantire, nei limiti delle nostre possibilità, materiali e tecnologie per la riabilitazione. La CRT è una struttura che eroga servizi sanitari e la sua “matrice “ storica è nel Valdarno, una realtà istituzionale e sociale che fin dagli anni novanta collabora ai progetti di aiuti alle popolazioni della ex Yugoslavia. Oggi tutto viene dimenticato troppo rapidamente e spesso la solidarietà dura lo spazio di un mattino, il tempo di far svanire l’onda emotiva. In realtà la Bosnia è ancora profondamente segnata dalla guerra e la “memoria” è rappresentata anche dalle donne e dagli uomini che hanno pagato sulla loro pelle il costo di una guerra. E che oggi, a distanza di anni, continuano ad avere bisogno della solidarietà internazionale”.
Sauro Testi, assessore al Comune di Figline Incisa, ha contributo a raccogliere il testimone di Franco Bettoli. “Il legame con la regione di Tuzla e con la città di Duboy Istok non si è mai spezzato. Fu proprio Bettoli a scegliere questa zona. Nel 1995 nella città di Tuzla un bombardamento uccise 71 giovani che si erano ritrovati nella piazza principale. E ne ferì altri 240: alcuni di loro sono ancora ospiti della struttura di Duboy Istok. Bettoli la realizzò con il contributo fondamentale di Emmaus e con la collaborazione di molte realtà istituzionali e del volontariato della Toscana. Dopo la sua morte, prima la Provincia di Arezzo e poi i Comuni del Valdarno mantennero viva la collaborazione che continua ancora oggi grazie alla disponibilità delle istituzioni, oggi anche della CRT, della Asp Martelli e del volontariato”.