06, Luglio, 2024

Covid, Giani: “Dai nostri dati presto in zona arancione o gialla”. E sugli ospedali afferma: “Mai più chiusure”

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L’intervento del Presidente Eugenio Giani davanti al Consiglio regionale della Toscana di ieri

"Cauto, ma significativo ottimismo": così Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, ha commentato ieri in Consiglio regionale l'andamento dei casi di contagio da coronavirus. "Ci avviamo alla prima settimana con meno di 10mila nuovi positivi e non succedeva da un mese, dopo aver raggiunto anche un picco settimanale di 16mila". Poi h aggiunto: "Prima rientriamo in zona arancione, meglio è. Lo vuole il sistema economico e sociale della Toscana e le condizioni ora ci sono. Con ragionevolezza, se il Governo prende atto dei dati che gli forniremo questo fine settimana, potremo tornarci presto: non so se già la prossima settimana, come sarebbe stato naturale".

"Il Dpcm che ci ha portato in zona rossa esaurisce gli effetti il 3 dicembre. Oggi la Toscana ha dati ascrivibili alla zona arancione, se non alla zona gialla. L’Rt di venerdì scorso è 1,31, se arriviamo a 1,1 potremmo già essere da considerare in zona gialla. Venerdì la piattaforma nazionale farà le valutazioni, tre o quattro giorni in più o in meno non cambieranno la sostanza", ha commentato il Presidente, che ha poi sottolineato gli investimenti fatti per aumentare i posti letto nei vari presidi ospedalieri. 

Il quadro, ha spiegato ancora Giani, migliora anche grazie all’aumentata capacità di tracciamento: “Abbiamo messo 500 ragazzi al lavoro tra Firenze, Arezzo e Carrara, vi invito a visitare il centro fiorentino per vedere quei ragazzi al lavoro. La nostra capacità di tracciamento è salita dal 37 al 97 per cento. Avessimo avuto subito questo poderoso sistema ora allestito – dice Giani – non si sarebbero probabilmente verificate le due-tre situazioni temporanee di esaurimento di posti negli ospedali a Empoli, Pistoia, Prato”.

In questo contesto, Giani ha anche fatto cenno alla linea politica che ha in mente per la sanità toscana, e che non prevede più, anche per il futuro, la chiusura dei piccoli ospedali. "Dalle vicende di queste settimane – assicura il presidente – ho avuto gli elementi per ripensare all’utilità di avere tre grandi Asl al posto della frammentazione precedente e ho realizzato che nessuno dovrà venirmi più a chiedere di chiudere nemmeno il più piccolo ospedale, perché tutti e 45 sono risultati indispensabili nel momento della necessità”. Parole che hanno un peso in Valdarno, dove in particolare il futuro del Serristori è sembrato negli ultimi anni tutto da chiarire.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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