Respinti ad Arezzo due ricorsi contro il tributo 2009, mentre sono 15 i ricorsi respinti in Commissione Regionale. Il presidente Paolo Tamburini: “Il tributo chiesto dal Consorzio è legittimo. Viene riversato interamente sul territorio ed è l’unica risorsa per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua”
Altri due ricorsi respinti, in questo caso in Commissione tributaria provinciale ad Arezzo, contro il pagamento del Contributo di bonifica. Due ricorsi presentati da altrettanti cittadini nel 2009 e nel 2010, e oggi arrivati a questa sentenza. In Commissione regionale, invece, sono già 15 i ricorsi respinti.
Il Consorzio di bonifica Alto Valdarno, che comprende tutto il Valdarno aretino e fiorentino, esprime soddisfazione per questo risultato, e il presidente Paolo Tamburini commenta: "Il tributo chiesto è legittimo, queste sentenze lo confermano. Con entrambe le sentenze del 10 marzo, i ricorsi, entrambi di due singoli cittadini, uno relativo ai tributi del 2009, l'altro al 2010, sono stati rigettati dalla Commissione".
In questo caso le spese legali sono state compensate. Ma in due episodi, in Commissione regionale, per la prima volta i ricorrenti sono stati condannati a pagare le spese di processo per 500 euro. Si tratta dei ricorsi relativi al tributo 2010 che sono stati dibattuti ad inizio 2015, finiti entrambi con esito favorevole al Consorzio.
Ad oggi sono venti i ricorsi arrivati in Commissione tributi regionale, tutti per 26mila euro di tributi relativi al 2009, in rappresentanza di 627 consorziati in quanto molti sono raggruppati. Nel corso del 2014 sono stati 15 i ricorsi dibattuti dalla CTR per 431 ricorrenti. Tutti hanno avuto esito positivo per il Consorzio in quanto in tutti i casi è stata rigettata l'istanza di illegittimità del tributo. Molte di queste sentenze sono già passate in giudicato.
"Purtroppo – commenta Tamburini – spiace constatare come i contribuenti siano vittime di una cattiva informazione, continua e ripetuta. Quando i ricorsi vengono effettivamente discussi, viene sempre legittimata l'immissione del ruolo da parte del Consorzio. E chi non paga si vede arrivare le cartelle di Equitalia come prevede la legge, con i relativi costi aggiuntivi. Anche le ultime sentenze della Suprema Corte confermano la piena legittimità di questo tributo".
Per difendersi, il Consorzio Alto Valdarno ha speso nel complesso 36mila euro, come spiega il direttore generale del Consorzio, Francesco Lisi: "Solo facendo riferimento ai ricorsi sul contributo consortile 2009, il Consorzio ha avuto mancati ricavi per oltre 26mila euro oltre a spese giudiziarie e legali per quasi 36mila euro sostenute dal Consorzio per difendersi. Trattandosi di un Ente pubblico economico, il Consorzio è infatti obbligato a ricorrere fino all’ultimo grado di giudizio e questo ha comportato sul piano finanziario un onere complessivo, solo per i 15 ricorsi del 2014, di 62mila euro".
Soldi che vengono tolti dai capitoli relativi alle attività di cantiere, sottolineano al Consorzio, "con grave danno per tutti i cittadini, i contribuenti ed il territorio. Quindi, a non pagare, purtroppo, si fa danno alla collettività e poi si paga anche con gli interessi. Si arreca un danno a tutti e a sé stessi".
"Il tributo chiesto dai Consorzi di Bonifica – conclude il presidente Tamburini – è per svolgere una precisa attività istituzionale che lo Stato e la Regione gli hanno assegnato e non solo è legittimo, ma utile per l'ambiente e la cittadinanza. Viene riversato interamente sul territorio ed è l'unica risorsa con la quale viene garantita e fatta la manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua".