Alle critiche dei capigruppo di opposizione in Consiglio comunale a Figline e Incisa replica direttamente il sindaco, Valerio Pianigiani. La questione è relativa alla mancata convocazione di una seduta di Consiglio nel mese di gennaio. “Negli ultimi giorni ho letto con attenzione alcune dichiarazioni e commenti che, mi spiace dirlo, sembrano confondere le funzioni democratiche che animano il nostro operato con una polemica sterile e poco costruttiva”, esordisce Pianigiani.
“Mi riferisco, in particolare, alla questione della mancata convocazione del Consiglio Comunale nel mese di gennaio. Desidero ribadire – continua il sindaco – che, per prassi consolidata negli anni, il mese di gennaio raramente ha visto lo svolgimento del Consiglio, una consuetudine legata alla necessità di avviare i lavori amministrativi dopo le festività e pianificare nel modo più efficiente le attività per l’anno nuovo. Comprendo che la dialettica politica sia parte della democrazia, ma è altrettanto vero che questa non deve sfociare in richiami pretestuosi o in un uso distorto delle funzioni del Consiglio Comunale”.
“Certi interventi che invocano con insistenza la discussione di mozioni, spesso duplicate o non prioritarie, rischiano di distogliere l’attenzione dal nostro impegno reale e dalle funzioni che sono prioritario in un ente come il nostro: rispondere concretamente alle esigenze dei cittadini e costruire soluzioni durature per la nostra Comunità. Ci fossero state vere urgenze, state certi che saremmo stati i primi ad accogliere la proposta. Come amministrazione – conclude Pianigiani – stiamo lavorando incessantemente per migliorare i servizi, sostenere le fasce più fragili, e garantire un futuro solido e inclusivo al nostro territorio. Questo è ciò che ci guida ogni giorno. Disperdere energie in polemiche che poco aggiungono al benessere collettivo non aiuta chi giustamente chiede risposte. Invito dunque tutti a tornare a un dialogo sereno e responsabile, dove la critica costruttiva e la partecipazione attiva siano strumenti per migliorare, non per dividere”.