Musei chiusi per le misure contro la pandemia, ma le iniziative non si fermano. Al Cassero di Montevarchi prende il via il progetto “Con altri occhi…su nuovi schermi in collaborazione con il Sistema Museale Toscano per l’Alzheimer
Un modo per aprire le porte del museo alle persone affette da Alzheimer, anche se il museo è chiuso: è il senso del progetto pilota “Con altri occhi…su nuovi schermi” appena iniziato al Cassero per la scultura di Montevarchi. Un progetto che si articola in un primo ciclo di due incontri rivolto a cinque nuclei familiari del territorio: un'educatrice del museo, un educatore geriatrico della Cooperativa Giovani Valdarno e un operatore AIMA sono collegati in videoconferenza con le famiglie aderenti al progetto (anche con il supporto di un tablet e un operatore per chi ha difficoltà informatiche), guidandole nell'osservazione di due opere della ceramista lombarda Donatella "Dodi" Bortolotti incentrate sul tema del rapporto tra uomo e animali, e poi nella manipolazione dell'argilla, una esperienza tattile che i partecipanti andranno ad affrontare.
Il Cassero per la Scultura, anche grazie a questa iniziativa continua nella sua attività di vicinanza e supporto alle persone più fragili. Dal 2014 Il Cassero Per la Scultura organizza attività dedicate alle persone con Alzheimer nell’ambito del progetto “Bartolea Caffè” attivato dal Comune di Montevarchi nel 2007. A causa della pandemia, dallo scorso marzo gli incontri in presenza sono stati sospesi, ma Il Cassero, insieme ad altri Musei Toscani aderenti al Sistema Museale Musei Toscani per l’Alzheimer, ha deciso di sperimentare delle attività online. L’MTA ha infatti organizzato per gli educatori museali e geriatrici un corso di formazione per condurre attività a distanza per stare vicino alle famiglie anche e soprattutto in questo momento.
