Il Coordinamento delle categorie economiche: “Recentemente sono uscite varie posizioni dei sindaci, noi vogliamo ricordare come ormai da anni la pensiamo. Ora la responsabilità è solo di chi amministra”
Resta un tema caro alle categorie economiche del Valdarno, quello del Comune unico. Che però segue vicende altalenanti, senza mai passare dalle parole ai fatti. Per questo il Comitato che riunisce sei associazioni di categoria (CNA, Confartigianato, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti), con i loro sei presidenti (Franca Binazzi, Maurizio Baldi, Emiliano Taranghelli, Carlo Cioni, Lorenzo Parigi e Laura di Loreto), tornano ancora una volta a parlare.
"Lo facciamo insieme per dire basta all'eterno dibattito sul Comune Unico del Valdarno che da anni serve solo a riempire le pagine dei quotidiani locali. La politica non è in grado di esprimere una nuova forma di raccordo istituzionale? Prendiamone atto – dichiarano in coro le categorie – significa che la politica e le istituzioni della vallata non coltivano nessun progetto di moderna cultura urbana a beneficio della crescita competitiva del territorio. Più facile cimentarsi nell'associazione dei servizi? Bene. Noi ci siamo, pur restando convinti che l’epoca dei micro comuni creati attorno ai campanili, con una moltiplicazione di sedi, uffici, personale e spese, sia irrimediabilmente finita".
"Ma se la politica continua ad essere sorda di fronte a nuove forme di governo territoriale, si proceda almeno con le semplificazioni ed i risparmi. Si inneschi un meccanismo virtuoso, diretto non solo ad una riduzione della spesa pubblica ma, soprattutto, ad una omogeneizzazione dei servizi e dei tributi locali in una vallata già di per sè omogena, a porre le basi per una maggiore capacità di investimenti, in opere e servizi sul territorio".
"O ancora dobbiamo convincere qualcuno – chiedono i sei presidenti delle categorie – che le gestioni associate hanno immediati riflessi sui cittadini e sul tessuto economico di un territorio? Che portano benefici, sia nella gestione dei servizi che nella riduzione dei costi a carico di imprese e cittadini? Un'associazione di servizi potrebbe rappresentare uno strumento fondamentale non solo per il rilancio dell’economia ma anche per le ricadute che avrebbe sia per quanto riguarda la gestione del sociale che per lo sviluppo del turismo".
"Chi ci amministra – attaccano le categorie economiche – deve essere in grado di assumersi la responsabilità delle proprie scelte e misurarsi con l’efficacia dell’azione, che sarà tale se le decisioni prese saranno frutto di progetti e obiettivi condivisi che vedano come protagoniste anche le componenti economiche locali. Solo così le amministrazioni si dimostreranno vicine a cittadini ed imprese, capaci di rispondere con tempestività ed efficacia ai loro bisogni, evitando ogni possibile duplicazione di compiti e strutture, riducendo la frammentazione dei luoghi decisionali, nel rispetto delle identità e delle peculiarità del territorio e delle sue comunità".