14, Novembre, 2024

Commercialista abusiva occulta 1.500.000 euro. Interviene la guardia di finanza

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La professionista valdarnese era solita presentare la propria dichiarazione dei redditi con ricavi pari a zero

Consulente del lavoro di San Giovanni che esercitava abusivamente l'attività di commercialista è risultata debitrice dell'erario per 911.939 euro. Altri 529.453 euro erano confluiti in trusts creati appositamente dalla professionista. La sua dichiarazione dei redditi aveva ricavi pari a zero. A far luce sulla vicenda sono stati i finanzieri della compagnia della guardia di finanza sangiovannese che, su ordine della Procura della Repubblica di Arezzo, hanno confiscato il denaro e denunciato la donna alla Procura della Repubblica di Arezzo per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, autoriciclaggio, esercizio abusivo della professione e dichiarazione infedele.

Il trust è un istituto del sistema giuridico anglosassone, utilizzato anche in Italia, che serve a regolare diversi rapporti giuridici e patrimoniali e, spesso, a isolare e proteggere patrimoni.

Le indagini delle fiamme gialle hanno svelato "come la professionista, per rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva da parte dell’Erario, avesse creato 5 sham trusts in qualità di disponente (colui che promuove / istituisce il trust e, nel caso degli sham trusts, che ne dispone come cosa propria), nei quali faceva confluire i ricavi derivanti dall’attività professionale svolta senza scontare le dovute imposte – spiega la guardi di finanza – Analizzando la documentazione contabile della professionista, è, infatti, venuto alla luce come avesse presentato le dichiarazioni annuali con un reddito pari a zero pur avendo emesso fatture per l’attività professionale di commercialista per importi rilevanti, i cui ricavi confluivano direttamente su conti correnti intestati a Trusts, appositamente creati dalla professionista come disponente e dei quali continuava ad avere un potere di ampia gestione e controllo".

 

"Le attività d’indagine eseguite si collocano tra quelle volte ad individuare i contesti più strutturati e peculiari di frode, aggredendo i patrimoni accumulati illecitamente, a tutela dell’economia legale, dell’Erario e dei soggetti puntualmente ottemperanti agli obblighi fiscali, in un’ottica di stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria e in aderenza alle direttive del Comando Generale. In tale ottica sono stati proposti a tassazione, al competente ufficio finanziario elementi positivi di reddito non dichiarati per complessivi 1.500.000 euro ed Iva dovuta per oltre 300.000 euro".

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