L’evento, organizzato dall’associazione nazionale del Venezia Giulia e Dalmazia, ha visto la partecipazione di autorità civili, rappresentanti delle istituzioni, enti militari, associazioni e cittadini riuniti per tenere viva la memoria. Neri: “Ricordiamo la tragedia passata di un popolo con obiettività e valore morale per una convivenza pacifica e tollerante oggi”
Una mattinata per commemorare le vittime delle foibe e dei profughi istriani e dalmati, quella che si è tenuta oggi a Laterina presso il campo di accoglienza PG82, un luogo del ricordo per chi fuggì da sofferenza e dolore, di cui potete trovare informazioni nel nostro dossier.
A riunirsi nella commemorazione storica sono stati autorità civili, militari e associazioni: il presidente della provincia di Arezzo e sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, i rappresentanti del consiglio regionale, le istituzioni militari, numerose associazioni tra cui l'Associazione Nazionale del Venezia Giulia e Dalmazia, organizzatrice dell'evento, e il sindaco di Laterina Pergine Simona Neri, la quale ha tenuto un discorso per onorare la memoria dei 4000 profughi che dal 1948 al 1963 passarono nel campo.
"Vorrei ringraziare tutti i partecipanti intervenuti oggi per il giorno del ricordo – afferma Neri – così da rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e della complessa vicenda del confine orientale. Un ricordo che ha riguardato anche la storia di Laterina e del suo campo di prigionia, che in quell'occasione divenne centro di accoglienza. Una storia complicata, contesa e frammentata quasi fino ai giorni nostri."
"Condividiamo la memoria con la comunità giuliano-dalmata – continua il sindaco di Laterina Pergine – e che le vittime delle foibe siano un monito autentico perchè le persecuzioni e gli esodi siano considerati un dramma, ricordando con pacificazione, ma con obiettività e consapevolezza un episodio della nostra storia evitando un confronto fazioso o la strumentalizzazione politica di questi temi."
"Collaboriamo per far sì che ciò che di terribile è avvenuto, non avvenga più – conclude Neri – valorizzando il patrimonio culturale, letterario e storico del popolo giuliano-dalmata. espulso, sradicato e privato della loro patria. Guardiamo, però, ai profughi di oggi ed a tutti i bambini che sono morti nella traversata con gli occhi di chi vuole capire e conoscere, per risolvere e non lasciare ciascuno al proprio destino. Ricordare il dramma delle foibe e dei profughi può aiutarci a dare una linea comune: quella della tolleranza e del riconoscimento della dignità umana per una convivenza pacifica."