06, Luglio, 2024

Città metropolitana e Provincia, caos e tante incertezze. Nardella incontra Del Rio, i dipendenti di Arezzo protestano

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Tagli del governo alle Province e alle nuove città metropolitane. Dopo la riforma, arrivano le sforbiciate della legge di stabilità e regna il più completo caos. Nardella, sindaco della città metropolitana di Firenze, incontra Delrio e chiede di tagliare sulle Province. Mentre le Province già denunciano il rischio di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti. I lavoratori intanto hanno manifestato ad Arezzo e altre forme di protesta sono in programma nei prossimi giorni.

Tagli  del governo alle Province e alle nuove città metropolitane. Dopo la riforma, arrivano le sforbiciate della legge di stabilità e regna il caos. La mannaia rischia di abbattersi anche sulla nuova Città di Firenze, che dal primo gennaio sostituirà completamente la vecchia Provincia. Con i tagli della legge di Stabilità, mancherebbero risorse anche per l’ordinaria amministrazione, e regna grande preoccupazione soprattutto per le sorti di circa 850 dipendenti. A Arezzo proprio i lavoratori protestano sotto la sede della Provincia.
 
I sindaci metropolitani hanno lanciato il grido d’allarme, a cominciare da quello di Firenze, Dario Nardella che ha incontrato ieri il sottosegretario Graziano Delrio:  “Sono arrivate una fumata bianca e una fumata nera- ha sottolineato Nardella – quanto alla fumata nera, noi ancora non vediamo, da parte del governo, la consapevolezza del ruolo strategico che le città metropolitane hanno in Italia. Nelle nostre grandi città vive il 40% della popolazione, qui si produce quasi la metà della ricchezza dell’intero paese. Non stiamo con il cappello in mano. Se ci sono sacrifici da fare li faranno tutti, anche le città metropolitane. Tuttavia chiediamo che il governo creda in queste nuove città. Sono fiducioso che sia il presidente Renzi che il governo daranno nei prossimi mesi segnali positivi in questo senso”.
 
Il sindaco di Firenze e della città metropolitana spiega però che Delrio – e questa sarebbe la fumata bianca – avrebbe “accolto la nostra proposta di proporzionare il taglio da un miliardo di euro in modo diverso rispetto a come era stato immaginato tra province e città metropolitane. Visto che le città metropolitane avranno molte più competenze delle vecchie province, il taglio deve pesare meno sulle città metropolitane che sulle province di secondo grado, e così il governo ci dice che sarà, quindi bene”.
 
Come detto però anche le Province riformate, come quella di Arezzo, sono sul piede di guerra. Un folto gruppo di dipendenti ha manifestato ieri mattina davanti al palazzo della Prefettura. Il presidio è stato organizzato in concomitanza con lo sciopero generale per manifestare ancora una volta le preoccupazioni per il destino dei lavoratori dell'amministrazione provinciale e dei servizi resi al cittadino ed al territorio. Oltre la metà dei dipendenti infatti sarebbe a rischio del posto di lavoro in seguito al taglio di 8,4 milioni di euro nei trasferimenti dallo stato, taglio che avrebbe come conseguenza la mancanza di risorse per il pagamento degli stipendi già dall'inizio del 2015. Al presidio hanno preso parte i rappresentanti sindacali della Funzione Pubblica della Cgil di Arezzo e del Csa.
 
Una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto Saverio Ordine. I rappresentanti della Rsu hanno consegnato al Prefetto un documento e la petizione con la quale si richiede espressamente alla Regione ed ai comuni di affrontare prima possibile il problema legato ai servizi, le imminenti ricadute sul territorio. Il Prefetto consegnerà il documento e la petizione al Governo, alla Regione alla nuova Provincia, ed a tutti i sindaci.
 
Ma la protesta prosegue. Lunedì alle 10 e 30 assemblea all’aperto ad Arezzo, in piazza della Libertà, il pomeriggio invece a Firenze sotto l’osservatorio regionale sul riordino istituzionale in seguito alla legge Delrio. Martedì infine lavoratori e sindacati saranno a Roma, a manifestare davanti al Senato in concomitanza con la votazione della manovra sul patto di stabilità.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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