Riaperto a maggio grazie a un finanziamento del Ministero dei Beni culturali di 150mila euro si è chiuso in questi giorni lo scavo archeologico etrusco de La Rotta nel comune di Figline Incisa.
La prima individuazione del sito etrusco è avvenuta nel 1999, si sono succedute poi campagne di scavi tra il 2000 e il 2008, e nel 2013 e 2014 per poi interrompersi fino ad oggi.
Ad annunciare la chiusura dello scavo per il 2025 sulla pagina facebook l’Archeoclub Valdarno Superiore: “I nostri amici etruschi ci hanno regalato molti e interessantissimi reperti, principalmente lungo un arco temporale che va dal settimo al quinto secolo a.c. Rivelandoci inoltre, o facendoci intuire, l’esistenza di un articolato complesso di muri possenti, quasi sicuramente estesi ben al di là della limitata porzione che è stata indagata nelle ultime campagne. Sembra ( con le dovute cautele) che siano anche emerse tracce, tutte da interpretare, legate a una residenza continua e probabilmente coeva ai numerosi forni per la produzione ceramica, ben successiva alle mura più antiche. Queste sono tuttavia semplici, e allo stato, piuttosto premature supposizioni, che dovranno comunque confrontarsi con un esame più attento dei reperti”.
“Chi ha partecipato allo scavo, come il sottoscritto (in misura veramente minima), può comunque dire questo : i 𐌀𐌍𐌍𐌄𐌔𐌀𐌓 (Rasenna) di Figline continuano a custodire moltissimo della loro storia sul nostro colle fatale, allora propaggine estrema del Chianti degradante verso il corso tortuoso dell’Arno. Arno che in quell’età remota risultava navigabile e attraversabile, lungo le direttrici nord sud ed est ovest, in collegamento con le altre poleis tirreniche e adriatiche. L’insediamento produttivo e abitativo della Rotta dimostra sicuramente come le congetture sull’estensione del nomen etrusco ereditate dall’etruscologia classica, debbano essere quindi riviste e rese più attuali, ponendo il nostro Valdarno in una posizione assolutamente non marginale nella storia dell’Etruria antica”.
L’auspicio è che arrivino altri finanziamenti che permettano di riprotare alla luce ancora parti della storia del territorio: “Confidiamo quindi, come Archeoclub, che si riescano ad ottenere i necessari finanziamenti per un rilievo geomagnetico del sito che possa così proficuamente orientare le future (già nel 2026 ?) campagne di uno scavo ben lungi da potersi definire concluso. Ultima notazione : l’Archeoclub Valdarno Superiore, nella persona dei propri associati, mossi solo dalla passione disinteressata per la storia e l’archeologia, ha svolto un lavoro davvero eccezionale, di cui la comunità Figlinese e valdarnese dovrebbe manifestare giusto vanto”.