Afroukh Mohamed, vicepresidente dell’Associazione nata nella comunità islamica valdarnese, spiega il progetto che a Figline sta facendo discutere. “Semplicemente, non abbiamo spazi sufficienti nell’appartamento del centro storico, per questo abbiamo cercato un’altra sede”. E ancora: “Da anni viviamo in Valdarno, collaboriamo con associazioni, siamo pronti ad aprire le porte e mostrare a tutti cos’è un Centro culturale islamico”
La notizia ha iniziato a circolare due giorni fa, fra discussioni e polemiche. Alla fine, però, si tratta di un semplice trasferimento: quello su cui sta lavorando la Comunità islamica del Valdarno, che pensa di lasciare i locali del centro storico, in via Castelguinelli, ormai non più sufficienti alle proprie attività. L'obiettivo è di riuscire ad acquistare un fondo più grande, individuato in via Garibaldi, zona artigianale, dove è possibile la realizzazione di centri culturali e aggregativi.
A chiarire la situazione è Afroukh Mohamed, vicepresidente dell'Associazione Amici del Valdarno, nata qualche anno fa proprio dall'iniziativa della comunità islamica. "Lo stabile di cui si parla non è ancora stato acquistato, e comunque bisogna tenere presente che, dal momento in cui lo potessimo comprare, ci sarebbero almeno un anno di lavori per renderlo agibile, a norma, e quindi per poterlo frequentare. Intanto, noi continuiamo a svolgere le attività quotidiane negli spazi di via Castelguinelli, dove siamo presenti da anni".
Di che si tratta? "Corsi di vario tipo, ad esempio di lingua: italiano, arabo e così via. Incontri, collaborazione con associazioni del Valdarno con cui lavoriamo già da tempo. Certo, le nostre attività comprendono anche la preghiera: che dura appena cinque minuti. Per chi volesse capire come funziona, cosa si fa davvero in un Centro culturale islamico, le nostre porte sono aperte: lo sono sempre state, e lo saranno anche in una nuova sede".
Quel trasferimento ha però sollevato molte perplessità, in particolare fra i residenti della zona, che ieri sono stati ricevuti in comune dalla sindaca Giulia Mugnai. Hanno presentato i loro dubbi e le loro preoccupazioni, legate soprattutto all'aumento di persone che girano in zona e all'impatto che ci sarà per l'area. La prima cittadina ha spiegato: "La trattativa in corso non riguarda da vicino il comune, perché si tratta di una semplice compravendita fra privati. Inoltre, quella zona, se dovesse essere quella scelta per il Centro in questione, per vocazione urbanistica è compatibile con centri culturali, aggregativi, persino con attività pubbliche. Infine, vorrei ricordare che da anni c'è l'istanza della Comunità islamica per trovare locali più idonei alle loro attività, che non sono solo di preghiera, anzi: sono prevalentemente di tipo culturale".
In una dura nota, l'esponente della Lega Nord Toscana, Costantino Ciari, ha invece ribadito come "i residenti di via Garibaldi sono in subbuglio, gente che ha acquistato casa con i sacrifici di una vita e vedono ridurre in cenere il valore della loro abitazione già decurtato dalla crisi. Oltre chiaramente ai problemi di sicurezza che questo implica", chiedendo di "difendere la nostra cultura, il nostro territorio e le nostre tradizioni, anche a dispetto di quei sindaci che fanno orecchie da mercante alle proteste dei cittadini".