Presenti alla cerimonia il vicesindaco di Castelfranco Piandiscò Angela Fortunato, e le Amministrazioni del Comune di Reggello e di Figline e Incisa Valdarno
Avevano 33 anni, Bianca Pampaloni e Brunetto Bernardoni, quando il 24 luglio 1944 furono uccisi a Le Chiuse, la località tra Faella e Matassino, durante la ritirata nazista.
Bianca Pampaloni era una impagliatrice di damigiane. Intorno a mezzogiorno fu avvicinata da un soldato tedesco, in ritirata, che tentò di violentarla. Un tentativo di stupro che finì male, e Bianca rimase uccisa. Brunetto Bernardoni vide la scena: e non gli fu perdonato. Anche lui fu ucciso.
Sono passati 76 anni e anche ieri, nonostante l'emergenza coronavirus, si è tenuta la consueta celebrazione. Presenti alla cerimonia il vicesindaco di Castelfranco Piandiscò Angela Fortunato, e le Amministrazioni del Comune di Reggello e di Comune Figline e Incisa Valdarno.
L'assessore Angela Fortunato: “Un giorno importante da ricordare così come ogni momento che il passaggio del fronte ha lasciato alla memoria della nostra comunità. 76 anni fa una giovane donna Bianca Pampaloni stava tornando da lavoro e fu uccisa qui durante il tentativo di stupro da parte di un soldato tedesco così come Brunetto Bernardoni che purtroppo vide la scena e non fu graziato per questo. Avevano entrambi 33 anni. Ancora una volta due persone vittime di violenza, vittime di una guerra che il 24 luglio 1944 purtroppo vide protagonisti anche questi due concittadini del passato . Molti uomini e donne in quel periodo furono uccisi e le donne ebbero nella storia della Resistenza ( lasciatemele dire ) un ruolo
Fondamentale per la nostra libertà".
"Ecco che il mio ultimo pensiero va a chi ancora sta combattendo la propria 'resistenza' contro ogni forma di prevaricazione, di sopruso e di violenza. Ricordiamo quanti uomini e quante donne sono ancora vittime di violenza . Che il sacrificio di tutte queste persone che in passato e nel presente stanno combattendo per la libertà sia per tutti noi di insegnamento . Sia da custodire e tramandare alle generazioni future. Che le giornate della memoria come queste siano sempre più partecipate. Rispettosi delle idee altrui, ma convinta delle nostre idee di libertà e uguaglianza sociale. Mi sento di dover sostenere e divulgare sempre più giornate come questa. Di condannare con forza queste atrocità . Questo momento della storia deve portarci ad evitare che nel futuro vengano fatti gli stessi errori e condannare chi ancora oggi minimizza e con gesti molto pericolosi cerca di prendere consensi da chi può sentirsi più debole per farlo sentire forte. Orgogliosi che le nostre idee ed il sacrificio di chi ci ha preceduto ci abbiano resi liberi ! W la libertà e grazie a chi ha combattuto per ottenerla ed a chi impegnerà le proprie forze per mantenerla.”