25, Aprile, 2024

“Cavriglia noir”, l’ultima fatica di Antonella Fineschi

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“Cronache di quattro delitti (1908 – 1921)”, storie purtroppo ancora oggi attuali. Il libro ha il patrocinio del Comune di Cavriglia

Quattro storie 'maledette' dimenticate e che adesso vengono riportate alla luce grazie al lavoro certosino di Antonella Fineschi nel libro "Cavriglia noir. Cronache di quattro delitti (1908 – 1921)", edito da Settore8 Editoria con il patrocinio del Comune di Cavriglia. Quattro storie sepolte da anni nell'Archivio di Stato di Arezzo, provenienti dagli atti giudiziari della Corte d'Assise di Arezzo, ancora particolarmente attuali e che hanno come protagonisti tre uomini e una donna. Il filo conduttore, ancora una volta, l'amore malato.

"L'amore malato uccide ovunque e in qualunque tempo. Indipendente dal contesto storico, dalla situazione geografica, dall'evolversi dei costumi e delle dinamiche familiari", recita l'introduzione.

Antonella Fineschi, già autrice di "Messaggi dall'arcana soglia. Indagine sui cimiteri del Valdarno" e "Di che reggimento siete, fratelli?": come è nata l’idea del libro?

"Nel 2015, quando collaboravo all’uscita del volume “Di che reggimento siete fratelli?”, voluto dal Comune di Cavriglia per commemorare i Caduti della Prima guerra mondiale, ebbi modo di studiare a lungo gli incartamenti custoditi nell’archivio storico del Comune. Cercavo notizie sui militari morti, ma nel frattempo mi imbattevo in una quantità di informazioni interessanti. Tra queste, labili tracce che in quale modo riconducevano, indirettamente, a persone vittime di omicidio. Ho preso nota dei nomi, delle date, delle circostanze e, non appena terminato il libro sulla Grande guerra, mi sono messa alla ricerca di elementi più concreti. Ho dapprima contattato la Procura della Repubblica di Arezzo, che mi ha subito indirizzato all’Archivio di Stato: è lì che oggi si conservano gli atti processuali storici provenienti dal Tribunale. Non è stato facile scovare i delitti commessi a Cavriglia tra le migliaia di procedimenti penali riguardanti tutta la Provincia di Arezzo, ma infine sono riuscita ad individuarne alcuni di notevole interesse. Per ora ho scandagliato il periodo compreso tra l’inizio del Novecento e gli ani ’20 dello stesso secolo. In futuro, vedremo un po’. Con mia grande soddisfazione, il Comune di Cavriglia ha trovato interessante questa ricerca e ha dato il suo Patrocinio, mentre il Sindaco, Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, ha scritto la presentazione. Colgo l’occasione per ringraziarlo pubblicamente della sua sensibilità".

Quali sono le quattro storie e chi coinvolgono?

"Tre dei quattro delitti sono stati commessi nella frazione di Montegonzi, due dallo stesso individuo. Si trattava di un soggetto che non accettava il rifiuto da parte di una donna di piegarsi ai suoi turpi desideri: qualcosa di molto attuale, come ben si può comprendere. Il fatto curioso di questi due delitti è che io ero venuta a conoscenza soltanto del secondo, mentre il primo si trovava “occultato” tra le pagine degli atti processuali, come semplice e indiretto richiamo alla personalità dell’individuo. Con molta fatica sono allora andata a cercarmi anche il primo, il più antico, commesso nel 1908, riuscendo finalmente a trovarlo. Il terzo delitto di Montegonzi vede protagonista una donna nelle vesti di assassina, un caso abbastanza infrequente, soprattutto se rapportato alla logica del tempo. La sentenza, però, accolse la tesi della difesa – ed è l’elemento più interessante di tutto il libro – sostenendo che la donna non aveva ucciso l’amante, bensì lo aveva “aiutato a suicidarsi”: argomento di grande attualità, intorno al quale, anche ai nostri giorni, si sviluppa un intenso dibattito a livello giuridico, morale e civile. L’ultimo delitto riguarda una personalità che definire “travolgente” è poco: un soggetto complicatissimo, eccentrico, malvagio e irriverente, rimasto nella memoria popolare con il nome di “brigante Fugere”. Si chiamava in realtà Giuseppe Carlo Fougier, era un avvocato fiorentino, uomo ricco e colto, sportivo e mondano, con una doppia personalità veramente incredibile. Il brigante avrebbe voluto uccidere, ma in realtà finì ucciso lui stesso con due fucilate all’addome".

Perché raccontare adesso omicidi compiuti un secolo fa?

"Sono sempre stata convinta che la Storia non sia soltanto nei libri scolastici, né nei luoghi deputati per eccellenza (musei, monumenti, archivi ecc). La storia quotidiana, che poi fa la grande storia di un popolo, è anche nei fatti minuti, nelle vite di persone qualunque, magari le più semplici. A raccontarla sono anche le targhe, i cippi, i tabernacoli, i cimiteri, le tradizioni orali, in questo caso i fatti di cronaca nera. Vi si rispecchiano la vita di una comunità, le sue abitudini, i suoi valori, le sue caratteristiche economiche, sociali e culturali. Studiando i quattro delitti di Cavriglia ho imparato molto sulle condizioni del tempo, sulle regole della Mezzadria, sul lavoro in miniera, sulla composizione e l’organizzazione della famiglia contadina, sulle conseguenze che la Grande guerra ebbe a livello della comunità cavrigliese. Se qualcuno pensa che sia il “sangue” a dominare le vicende che ho trattato, si sbaglia. È l’affresco di un’epoca, lo spaccato di una società che non esiste più e che forse non è ancora stata adeguatamente studiata, attraverso personaggi che avrebbero potuto essere i nostri bisnonni".

Chi ringraziare per questo libro?

"A parte mia sorella Silvia e un paio di amici, che in diverse forme mi hanno dato una mano, sento l’obbligo di ringraziare dal profondo del cuore due persone che proprio in questi giorni, anzi il giorno stesso in cui il libro è uscito, sono scomparse nel modo più tragico: i due funzionari dell’Archivio di Stato di Arezzo, morti sul lavoro mentre tentavano di capire perché fosse scattato nello storico edificio l’allarme antincendio. Siamo ancora tutti scossi da questa tragedia allucinante, quasi incredibile nel suo svolgersi, ed io non posso fare a meno di pensare, in particolare a Filippo Bagni, uno dei funzionari dell’Archivio, che mi ha seguito fin dall’inizio nelle mie ricerche con una disponibilità e una competenza davvero eccezionali. Senza il suo aiuto non sarei riuscita nemmeno ad iniziare il lavoro, tra tutti quei faldoni polverosi e ingrigiti dal tempo. Con il sorriso, la simpatia, la comprensione e l’intelligenza di Filippo ho portato a termine un compito che altrimenti avrei abbandonato per la sua difficoltà. Confesso che dentro di me ho una gran paura per quando tornerò all’Archivio di Stato: era lui ad accogliermi sempre, e mi sentivo tranquilla. Non potrò fare a meno di provare un’immensa nostalgia. Grazie Filippo".

Dove si può trovare il libro?

"Per ora è in vendita presso “La Bottega” di Cristiana Crini, l’insostituibile e fervida edicola, cartoleria, libreria e tante altre cose di Cavriglia. Lo si può trovare anche direttamente dall’editore Andrea Sansoni, presso Settore 8 Editoria. In futuro, forse, ci saranno altri luoghi".

 

 

 

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