Continua a far discutere il caso legato alla comunicazione che il Gruppo Prada ha inviato ai dipendenti, anche degli stabilimenti del Valdarno, e che punta a consentire l’ingresso in azienda dietro presentazione del green pass. Su questo punto la Cisl torna a ribadire il proprio ‘no’ nei confronti di “liste di proscrizione che violano la privacy”, e chiede che sia il Governo, semmai, a fissare l’obbligo.
“La Femca Cisl Arezzo e la segreteria provinciale Cisl – si legge in una nota – sostengono i lavoratori ed i propri rappresentanti della RSU di Prada con la rappresentanza unitaria. Nessun dubbio, così come già spiegato alla stampa ed esposto dalla Cisl ad ogni livello, nella fiducia riposta nella vaccinazione e nella richiesta al Governo che l’obbligo diventi norma di legge”.
“Nel frattempo – proseguono i rappresentanti sindacali CISL – non si può in alcun modo sostenere nessuna fuga in avanti che possa impedire l’accesso in azienda o eventuali ‘liste di proscrizione’ tramite richieste che violano le norme sulla privacy. Nel sostenere il diritto alla salute, salvaguardato ottimamente fino ad oggi con accordi aziendali che possono essere migliorati e resi più aderenti alle nuove necessità, la Cisl continuerà a sostenere con i mezzi a propria disposizione tutti i lavoratori iscritti e non insieme alle giuste esigenze di produttività aziendale. La Femca Cisl Arezzo e la segreteria provinciale Cisl non arretreranno di un passo dalla propria posizione fino a quando i lavoratori non vedranno riconosciuti i propri diritti: quello alla salute, alla privacy ed al lavoro”.