19, Novembre, 2024

Caimi è il nuovo coach, la Synergy punta in alto

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I “draghi” hanno scelto: sarà l’ex-Galli Riccardo Caimi ad allenare la prima squadra. Presentata la domanda di ripescaggio in Serie C nazionale: pochissime speranze, sangiovannesi pronti ad essere protagonisti nella massima categoria regionale

Riccardo Caimi è il nuovo allenatore della Synergy. Il 33enne comasco torna a San Giovanni dove aveva già allenato il Galli dopo l’esperienza di Firenze come membro dello staff di Attilio Caja. E lo fa per puntare in alto: poche, pochissime le chances di ripescaggio in Serie C nazionale nonostante la richiesta dei “draghi”, ma la Synergy è pronta per essere protagonista nella massima categoria regionale.

Dopo aver mosso i primi passi nella sua Como come membro dello staff di Gianni Lambruschi, in A1 femminile con la Pool Comense, Caimi ha allenato a livello giovanile raggiungendo diverse finali nazionali femminili e vincendo il titolo italiano Under 16 da assistente allenatore.

Sei anni fa il suo debutto da head coach nel basket maschile al Centro Sportivo Galli di San Giovanni. Nelle ultime tre stagioni Caimi ha lavorato con alterne fortune nel settore giovanile dell’Affrico Firenze, collaborando a stretto contatto con uno dei più famosi coach italiani, Attilio Caja. Ecco come il nuovo coach arancio-verde si è raccontato ai tifosi in questa intervista.

Un ritorno a San Giovanni, stavolta sponda Synergy: spiegaci un po' questa scelta.
"Ritorno molto volentieri a San Giovanni perché il progetto che mi è stato proposto mi è piaciuto immediatamente. Ringrazio il presidente Franco Marino, il direttore generale Gino Vannelli e tutto il consiglio della Synergy per la fiducia posta nei miei confronti. Sono sicuro di poter ripagare. Mi hanno detto che, da tempo, la società cercava un professionista per fare quel salto di qualità che tutti i suoi tesserati si auspicano. La dirigenza della Synergy mi aveva cercato anche l'anno scorso, ma ero sotto contratto con Firenze e ovviamente non se ne potè fare nulla. Voglio altresì ringraziare Firenze per i 3 anni passati insieme".

Visto che il Presidente Marino ed il Direttore Generale Vannelli ti hanno cercato con insistenza, quali sono gli obiettivi che ti hanno chiesto di perseguire?
"L'obiettivo è quello di creare uno staff tecnico giovane, che abbia qualità morali e tecniche importanti per uno sviluppo del nostro settore giovanile e della prima squadra. E poi, creare una linea comune dove ogni allenatore avrà degli obiettivi ben precisi da raggiungere con il lavoro in palestra. Il mio obiettivo personale sarà quello di far migliorare ogni singolo giocatore dal punto di vista tecnico, fisico e comportamentale".

Avrai un ruolo solo tecnico o anche organizzativo?
"In questi anni ho imparato ad avere molto rispetto per i ruoli. La società mi ha ingaggiato per allenare e per essere il responsabile tecnico di tutti i gruppi. È chiaro che ho intenzione di farlo con la massima dedizione. Se poi mi chiederà anche altre cose, sarò pronto a dare una mano".

Dicci della squadra. Qual è la conoscenza che hai dei giocatori dello scorso anno. Partenze, conferme, arrivi?
"Conosco poco i ragazzi della prima squadra tranne Basilicò e Tello, dato che li ho allenati al Galli. Confido molto su loro due perché dovranno essere d'esempio per gli altri. Faremo una squadra giovane inserendo i migliori prospetti del settore giovanile della Synergy, con l'aggiunta di cinque-sei senior".

Qual è la tua idea di squadra per il prossimo anno e che tipo di gioco pensi di attuare?
"Difesa di squadra aggressiva, con il contropiede che sarà la nostra prima idea. Altrimenti giocheremo nella metà campo d'attacco con l'idea di muovere velocemente palla e uomini, dando così pochi riferimenti alla difesa avversaria".

E' presto per parlare di campionato, visto che non sapete ancora se parteciperete alla serie C Nazionale, ma in caso di partecipazione alla C Regionale, puntate alla promozione?
"Credo che al 99% faremo la C regionale. Vogliamo prima di tutto crescere, allenamento dopo allenamento, giocando la partita che si presenterà come una finale. Non mi piace pensare a lungo termine, ma mi piace fare un passo alla volta".

Dopo un anno con “Artiglio” Caja, certamente qualcosa in più ti porti dentro. Che cosa, in particolare?
"Anche se l'ultima stagione a Firenze è finita con una retrocessione, posso dire di esser stato fortunato a incontrare e collaborare con Attilio. È un allenatore di grande livello, che mi ha permesso di crescere esponenzialmente sotto il punto di vista tecnico e umano. Non smetterò mai di ringraziarlo per tutto quello che mi ha insegnato, dentro e fuori dal campo. Mi ha fatto capire cosa vuol dire fare l'allenatore professionista, cosa vuol dire migliorarsi e dare il massimo ogni allenamento. Dal punto di vista tecnico-tattico, è un pozzo di sapienza da cui trarre spunto in ogni allenamento, in ogni discussione. È stato e sarà un punto di riferimento per me negli anni a venire. Spero vivamente di poter collaborare di nuovo con lui, in futuro".

La Synergy ti offre la sua prima squadra senior, da capo allenatore: che sensazione hai di questa nuova dimensione?
"La gestione da capo allenatore di una squadra senior è completamente diversa, ma l'esperienza che ho fatto in questi anni a Como, San Giovanni e Firenze mi aiuterà molto. Avremo una squadra molto giovane e con i giovani ho sempre fatto bene. Punterò molto sul comportamento all'interno di ogni gruppo e per questo metterò delle regole semplici e chiare, che staff e giocatori dovranno rispettare".

Chi sono stati i tuoi maestri nel basket allenato?
"Gianni Lambruschi (ex allenatore Nazionale Femminile, ndr) è stato il primo maestro che ho avuto alla Comense. Gianni è un allenatore di grande carisma e sapienza tattica. Roberto Ricchini (attuale allenatore Nazionale Femminile, ndr) e Marco Rota sono bravissime persone ed allenatori molto competenti. Mi hanno fatto capire come gestire al meglio il gruppo. E poi, Paolo Cianfrini. Alla mia prima esperienza lontano da casa, Paolo è stato un punto di riferimento molto importante per me. Dal punto di vista tecnico, lui e Attilio Caja sono stati i due allenatori dai quali ho appreso di più".

Dove pensi di essere tra dieci anni?
"Risposta molto difficile da decifrare, in un momento per il nostro Paese ancora più difficile. Spero di essere a fare la cosa che mi piace di più, cioè allenare una squadra di basket e tornare a casa la sera, dai miei amori familiari, felice e sereno".

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