Bambini che giocano durante l’intervallo emulando il meccanismo di Squid Game, la serie tv sudcoreana trasmessa su Netflix in cui si ribalta il modello del gioco infantile attraverso un meccanismo di violenza ed eliminazione fisica dei partecipanti al gioco: una serie che in teoria i più piccoli non dovrebbero aver visto, perché vietata ai minori di 14 anni. In questi giorni, però, è diventato tema di forte attualità proprio perché ha attirato l’interesse anche dei giovanissimi, un fenomeno che tocca anche il Valdarno, tanto che la Dirigente scolastica del Comprensivo di Incisa e Rignano, Silvia Svanera, ha deciso di inviare una circolare per mettere in allerta docenti e famiglie, in seguito ad alcuni campanelli d’allarme.
“Fatti di cronaca, di violenza, tra i nostri alunni non ci sono stati: per fortuna, aggiungerei. Non dobbiamo arrivare a quello”, ha puntualizzato la dirigente scolastica. Ci sono stati però segnali che hanno fatto alzare il livello di attenzione: “È normale che un Dirigente si preoccupi di fronte a certi fenomeni, che vanno saputi leggere ancora prima che si manifestino in maniera forte. Io ho sentito bambini che parlavano di Squid game, ho visto bambini che giocavano a ‘un, due, tre, stella’ con il tentativo di una fisicità più forte rispetto a quello che c’era prima, ho cercato di capire, ho parlato con maestre e alcuni genitori, e ho deciso di non perdere tempo scrivendo questa circolare per richiamare tutti ad una maggiore attenzione”.
“Lo Squid game – puntualizza la professoressa Silvia Svanera – ha fatto scalpore perché è cronaca di attualità, ma in questo caso è soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso o che ha fatto diffondere così tanto la mia circolare. Per me invece quella circolare è stata un gesto di ordinaria prevenzione, e così ho inteso utilizzarla. L’obiettivo non era la visibilità, ma semplicemente svolgere il mio lavoro. Devo dire che questo scalpore ha però permesso anche di rendere più persone consapevoli di questa realtà, e allora la verità è che dobbiamo cominciare a parlarne di più. Le tematiche legate all’educazione dei bambini non sono solo della scuola, non sono solo della famiglia, ma sono problemi dell’intera società. Quello che vorrei, e su cui intendo lavorare, è la contestualizzazione: siamo da una parte in un contesto di disagio sociale, abbastanza importante, amplificato nel post-covid; e dall’altra c’è l’utilizzo smodato e squilibrato degli strumenti digitali, in particolare smartphone e tablet per quanto riguarda i bambini. Questa non è un’emergenza del Valdarno, ovviamente, ma globale. La pandemia ha amplificato difficoltà psicologiche e sociali, che si ripercuotono sui bambini”.
“Mi sono confrontata con dirigenti scolastici anche di altre regioni con cui ho rapporti, e tutti mi hanno confermato un fermento che effettivamente comincia a muoversi. Però la volontà di affrontare il fenomeno io non l’ho percepita ancora in maniera forte”, aggiunge. Dal Comprensivo di Incisa e Rignano, dunque, parte una proposta concreta: “Personalmente ho intenzione di organizzare tavole rotonde e conferenze, come supporto alla genitorialità e come momento di confronto e formazione su disagio, social, cyberbullismo, argomenti a cui le famiglie sono sensibili. Vogliamo coinvolgere esperti della materia, affinché diano un contributo concreto ad affrontare queste problematiche. Ne abbiamo già parlato con le amministrazioni comunali di Figline e Incisa e di Rignano, perché bisogna pur cominciare a parlarne. Puntiamo a coinvolgere quante più famiglie possibili”.
Una proposta che ha subito raccolto il favore dei due sindaci, di Figline e Incisa e di Rignano. Giulia Mugnai, con la sua Amministrazione, ha lavorato negli ultimi anni molto sul fronte dell’educazione al digitale e alle nuove tecnologie: “Capisco la preoccupazione della Dirigente scolastica, questo tipo di fenomeni non è la prima volta che si registrano e non sarà l’ultima, e ci dobbiamo in qualche modo avere a che fare. Noi come Amministrazione da tanti anni lavoriamo sui temi dell’educazione digitale, l’ultima occasione è stata il Think Festival, dedicato alla cultura digitale, all’interno del quale abbiamo dedicato un approfondimento agli educatori e agli insegnanti, in cui si parlava di come gestire il mondo del digitale perché capita spesso che gli adulti siano molto meno consapevoli dei ragazzi nell’utilizzo degli strumenti digitali. Come comunità educante tutta, istituzioni, famiglie, docenti, l’obiettivo è porsi di fronte alla rivoluzione digitale che nessuno può fermare, ma per la quale c’è bisogno di maggiore consapevolezza: a volte gli adulti invece non riescono a mettere i bambini e i ragazzi al sicuro proprio per mancanza di conoscenza degli strumenti. Non credo si possa pensare ad esempio a fermare o censurare certi prodotti culturali, ma le piattaforme digitali e i social hanno meccanismi di tutela, come limitazioni per i minori o parental control, che devono essere ben conosciuti dagli adulti. Noi abbiamo avuto la percezione del fatto che il problema esiste, che c’è un’emergenza reale: c’è bisogno di lavorarci ancora tanto, di coinvolgere più adulti e famiglie, e ovviamente noi siamo pronti a farlo ancora”.
Daniele Lorenzini, sindaco di Rignano, condivide la riflessione della Dirigente Svanera: “Abbiamo avuto occasione di confronto con la Dirigente scolastica del Comprensivo, e ovviamente la nostra Amministrazione comunale conferma tutta la disponibilità a collaborare su questo fronte. Si sta già lavorando, con l’assessore competente, all’organizzazione di incontri con personale formato, con la scuola e l’Amministrazione comunale, coinvolgendo anche la Polizia postale. L’obiettivo he ci trova uniti è di mettere in sicurezza i bambini e i ragazzi, e ci auguriamo che in questo percorso anche le famiglie siano pronte a fare la loro parte”.