Una notte senza sosta quella vissuta dai professionisti delle Centrali di Emergenza di Arezzo, Siena e Grosseto. Dalla mezzanotte del 31 dicembre alle 14 del primo gennaio 2022 sono stati circa 300 interventi attivati e chiusi in tutto il territorio. Tra questi il 15% era in codice rosso, il 28% in giallo ed il 30 % di codice verde e circa il 27 % erano richieste di informazioni, a queste vanno aggiunte le decine di chiamate filtrate dalla centrale unica NUE del 112 di Firenze.
“E’ stato un impegno enorme al quale i nostri medici ed infermieri hanno risposto con grande professionalità – dichiara Massimo Mandò direttore del Servizio Emergenza Urgenza della ASL – ma è chiaro che il sistema con questa grande mole di richiesta informazioni non pertinenti, rischia il collasso. Noi, come sempre, rispondiamo a tutti e cerchiamo soluzioni a tutte le richieste, ma è importante che i nostri concittadini siamo responsabili e non si rivolgano direttamente al 112 per informazioni. Alle volte può succedere che per rispondere a domande ritardiamo di attivare un intervento urgente sul territorio. Comprendiamo il disagio dei cittadini, e ribadiamo che nessuno viene lasciato solo, ma chiediamo a tutti collaborazione in questa fase così delicata. I servizi della ASL sono attivi al 100% per dare le risposte a chi ha bisogno. Rivolgersi, però, in massa all’emergenza sanitaria rischia di creare confusione e disagi a tutti. Ad Arezzo abbiamo anche avuto il grande impegno di affiancamento, richiestoci dalla Questura, per il rave party all’Alpe di Poti realizzato con il contributo del volontariato in particolare della Croce Rossa di Arezzo. Un intervento che, anche se fortunatamente non ha avuto conseguenze sanitarie gravi, ha coinvolto tre nostri team di soccorso per seguire vari pazienti, uno di questi per intossicazione alcolica è anche stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale San Donato.”