Federica vive ad un passo dal quartiere in cui uno dei terroristi si è asserragliato in un supermercato. Un altro valdarnese abita invece vicino a Place de la République. Entrambi raccontano le paure e le sensazioni di questi giorni in cui la città di Parigi è stata sotto attacco
Gli sguardi della gente pieni di paura, le strade vuote, il senso di disorientamento. Parigi, dopo tre giorni sotto attacco di terroristi, è anche questo. E a raccontarcelo sono due valdarnesi trapiantati nella città francese, dove vivono e lavorano da anni. Siamo riusciti a parlare con loro alla fine della giornata più lunga della storia degli ultimi anni, per la Ville Lumière.
"È stata una giornata amara, piena di vegogna e di tristezza", ci racconta Federica Mugnai. Lei vive a due passi da Vincennes, il quartiere della periferia residenziale di Parigi dove si era asserragliato il terzo terrorista, all'interno di un supermercato di prodotti kosher. "Tutto è successo vicino a casa mia e quindi prima dell'assalto della polizia a Vincennes non sono neanche potuta rientrare a casa: Porte de Montreuil come Porte de Vincennes e dintorni erano chiuse".
"La nostra speranza – è il suo commento – è che gli eventi di oggi non inaspriscano sentimenti di razzismo verso i musulmani. So che è difficile, ma lo speriamo davvero. Io abito con grande serenità in un quartiere a prevalenza arabo, Montreuil per l'appunto. Ma quello che ho notato anche in metro, tornando da lavoro, è che le persone dubitano, hanno paura. Sguardi senza fiducia, timorosi, attenti a ogni minimo gesto o sussulto".
"Purtroppo quello che si percepisce è l'abbassamento dei limiti di apertura all'altro per la gravità della situazione che ha messo panico generale e tristezza". Sensazioni che Federica spera di veder presto superare, nei francesi: "La manifestazione di domenica mi auguro che sia un gesto di pace a difesa di quei musulmani che potrebbero essere presi di mira. Ma c'è già purtroppo chi definisce quella manifestazione come una strumentalizzazione politica".
E su Charlie Hebdo? "L'assalto è da condannare, senza se e senza ma. Io difendo la libertà di espressione, ma penso anche che la libertà stessa deve prendere atto della diversa sensibilità delle persone alle quali ci si rivolge. Si dovrebbe sempre comunicare con mezzi eguali, o per lo meno recepibili per mezzo della stessa cultura e educazione. E l'educazione delle persone è fondamentale, in questo senso".
C'è un altro valdarnese che vive a Parigi, nel quartiere di Marais, a due passi da Place de la République, a un quarto d'ora a piedi dalla sede di Charlie Hebdo. "Di solito questa è una delle zone più vivaci della capitale. Ma non oggi – ci racconta – oggi si respirava soltanto un clima pesantissimo. Strade semi vuote, una sensazione di vuoto. Anche gli Champs Elysées, che si trovano dietro al mio ufficio, sono stati poco frequentati, i negozi quasi deserti. E tutto questo mentre oggi iniziavano i saldi, tanto per capirsi. E' evidente come nessuno avesse voglia di shopping".