Nel ventennale dell’Associazione Chernobyl, non si ferma il progetto di accoglienza: sono arrivati una quindicina di bambini provenienti da Slavgorod, rimarranno nelle famiglie montevarchine per un mese, un soggiorno che punta a rafforzare le difese immunitarie
Si ripete come ogni anno, da ormai venti anni, l'ospitalità di bambini bielorussi nelle famiglie di Montevarchi. Da un paio di giorni è arrivato il nuovo gruppo: una quindicina di bambini, con le loro insegnanti, provenienti da Slavgorod, cittadina della Bielorussia, situata a poche centinaia di chilometri dalla centrale nucleare di Chernobyl, dove nel 1986, ormai trent'anni fa, si verificò il più grave disastro nucleare mai registrato prima.
L'Associazione Chernobyl fu fondata a Montevarchi nel 1996, dieci anni dopo, per offrire accoglienza temporanea ai bambini della zona, in modo da permettere al sistema immunitario di rafforzarsi lontano dai territori ancora carichi di radioattività. Da allora non si è mai fermato, e sono già più di 300 i bambini bielorussi che sono passati dal Valdarno.
Come ogni anno, anche in questa occasione si ospitano bambini di un’età compresa tra 8 e 10 anni, che rimarranno in Valdarno, nelle case delle famiglie che si sono messe a disposizione, per circa un mese, fino al 10 ottobre. Al loro arrivo sono stati salutati dall'assessore di Montevarchi, Angelo Salvi. Frequenteranno la scuola al mattino, visiteranno città toscane e potranno trascorrere momenti di divertimento e sport con i coetanei italiani.