Comunicato stampa del candidato del centrodestra, uninominale 7 Camera
Un programma a trazione integrale in cui ogni punto è ruota motrice su cui far viaggiare Arezzo verso Roma: è quello su cui Felice Maurizio D’Ettore – candidato all’uninominale della Camera dei Deputati per il collegio 7 di Arezzo in rappresentanza della coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia – articola punto per punto le proprie priorità.
Impresa: «A chi fa impresa creando lavoro sul territorio – osserva D’Ettore – serve uno choc fiscale ben differente da quello odierno che vede, dati delle associazioni di categoria, una pressione fiscale complessiva del 61,2% sul reddito prodotto. Si tratta di un livello elevatissimo e iniquo. Il nostro choc fiscale sarà l’opposto, attraverso l’introduzione di sgravi fiscali ma anche di incentivi alla produzione, migliore accesso ai fondi europei e riduzione della pressione fiscale sui redditi d’impresa che si unisce agli interventi relativi alla manovra sull’Irpef per tutti i cittadini».
Occupazione giovanile: «Oggi, anche nel nostro territorio, la mancata o cattiva occupazione dei giovani è un’autentica sofferenza sociale. Noi introdurremo misure di riduzione del costo del lavoro che generino nuova occupazione e incentivino la stabilizzazione di un precariato che costringe molti dei nostri ragazzi a non poter programmare il loro futuro, la loro famiglia… E’ una questione, quella dell’occupazione giovanile, che limita lo sviluppo economico ma anche e soprattutto quello sociale. Per questo ne faccio una priorità assoluta».
Famiglia: «E’ la conseguenza di quanto ho appena affermato. La famiglia intesa nella sua accezione tradizionale necessita di valorizzazione sotto il profilo culturale, certo, ma soprattutto, in questo momento, di misure concrete ed urgenti di sostegno alla natalità e alla prima crescita del bambino, dotando anche gli enti locali degli strumenti necessari a poter strutturare ad esempio una rete di asili nido che consentano anche alle madri di poter conciliare impegni familiari e attività lavorativa. In questa ottica di tutela, cittadini e famiglie ‘azzerati’ dal cosiddetto decreto salvabanche avranno la restituzione dei loro risparmi».
Sicurezza: «I cittadini hanno diritto di sentirsi al sicuro a casa loro, nelle loro strade e nelle loro piazze. L’escalation di furti e rapine a cui assistiamo sul territorio nazionale non lascia dubbi: è necessario implementare gli organici delle forze dell’ordine e istituire la figura del carabiniere e poliziotto di quartiere per restituire a ciascuno la vivibilità che gli spetta. Nel nostro programma c’è. Lo faremo, così come provvederemo al rimpatrio dei clandestini con la piena ripresa del controllo dei confini».
Agroalimentare: «Già lo sapevo empiricamente, ma incontrando i rappresentanti del settore mi sono reso ancor più conto di quanto le normative, le burocrazie, la mancata o eccessiva governance del settore metta a repentaglio quello che per Arezzo e la sua provincia è un patrimonio peculiare da valorizzare, certo, ma prima ancora da proteggere dal malgoverno di sinistra. Tutela del Made in e delle tipicità locali sono e saranno il nostro pallino in quanto parte della nostra identità, così come l’istituzione di un Ministero dell’Alimentazione e l’effettiva tutela delle produzioni e materie prime di origine italiana».
Beni storico-artistici: «Il settore manca totalmente di cornice normativa univoca, e oggi i Comuni sono lasciati soli a livello di promozione e valorizzazione. Alcuni Comuni come quello di Arezzo riescono a mettere in piedi azioni concrete ed efficaci ad esempio con il ricorso alle Fondazioni, ma tutti chiedono una disciplina nazionale innovativa in cui turismo e beni storico-artistici vadano di pari passo. Ecco: intendo rimediare a questo gap con una proposta di legge che regoli meglio il settore e dia impulso reale al turismo con un sostegno diffuso ai Comuni».
Fisco: «Qui calcio a porta vuota. La pressione fiscale vede lo Stato ostile nei confronti di cittadini e imprese, quasi socio di maggioranza in ogni iniziativa. Quello a cui puntiamo per principio, e io mi batterò per questo, è il divieto di tassazione in assenza di reddito, poiché l’imposizione fiscale deve essere parametrata sull’effettiva capacità contributiva e per questo è necessaria una riforma del sistema. Oltre a ciò, ritengo che l’introduzione della flat-tax con estensione della no-tax area come è nel nostro programma potrà portare a una pace fiscale che da un lato dia sollievo a famiglie e imprese, dall’altro porti nelle casse dello stato maggior gettito grazie all’equità del sistema, così come sarà necessario introdurre una pace fiscale per tutti i piccoli contribuenti che si trovino in situazione di difficoltà, prevedendo altresì l’abolizione dell’inversione dell’onere della prova fiscale e la riforma del contenzioso tributario. Non deve essere il cittadino a dover subire la pretesa fiscale dovendo dare prova che il tributo non è dovuto, in quanto è il fisco che deve preventivamente dimostrare la fondatezza delle sue richieste».