Non sono piaciute a Fabio Camiciottoli e Cristina Rossi, consiglieri di opposizione di Avanti Montevarchi e Impegno Comune, le dichiarazioni del sindaco Silvia Chiassai Martini sulla concessione dell’area verde situata fra viale Cadorna e via Fratelli Cervi, per nove anni, ad una società privata. I due consiglieri ribadiscono le loro posizioni e rimandano al mittente le accuse di non aver studiato gli atti.
“Chiassai Martini stia serena che noi gli atti non solo li leggiamo, ma anche li studiamo ed il caso della concessione per 9 anni dell’area pubblica parallela a via Fratelli Cervi è proprio la prova di questo! Come ne saremo venuti a conoscenza se non avessimo letto gli atti? Forse per la pubblicità che lei ha fatto della sua volontà di trasferire un’area di verde pubblico ad un privato per il proprio business? Troviamo alquanto inadeguata la sua volontà di attribuirci affermazioni da noi mai enunciate. Abbiamo detto qualcosa di molto diverso dal concetto che non sono stati pubblicati gli atti nei canali istituzionali; perché affermare, evidenziare e contestare il fatto che non ne è stata data nessuna rilevanza pubblica è cosa molto diversa e per noi politicamente più grave del resto. Ci smentisca su questo e serenamente saremo pronti a chiedere scusa!”.
Rossi e Camiciottoli entrano poi nel merito della questione relativa alla concessione dell’area verde: “La gestione e lo sfruttamento dei beni pubblici, come un giardino o un parco, per noi è qualcosa da avviare dopo attente analisi ad ampio raggio dibattute anche in modo pubblico. Sulle scelte da perseguire per il Sindaco, la Giunta di Montevarchi e la maggioranza invece sembra prevalga l’estemporaneità e l’elaborazione nel silenzio più assordante. Le rinviamo poi i ringraziamenti per il livello di critica politica che a suo dire facciamo, e siamo contenti di avere un pensiero diverso di coinvolgimento dei cittadini nell’amministrazione della città, così come abbiamo un modo diverso di offrire a tutti i cittadini e gli operatori le stesse opportunità”.
“In una Casa di Vetro diventata poco trasparente grazie all’azione politico burocratica messa in atto con l’avvento delle giunte Chiassai – accusano i due consiglieri di opposizione – il sindaco, invece di affermare che i sottoscritti non hanno letto gli atti, dovrebbe invece spiegare a noi e alla cittadinanza perché la convezione tra Comune e il Concessionario non detta nessun criterio né sulla tipologia di servizi, né tanto meno sulle caratteristiche che dovrà avere la struttura che verrà realizzata sull’area. Dato che si parla di una concessione di un’area della durata di nove anni, la volontà della Giunta di non introdurre vincoli e criteri certi e rimandare, come nel caso della realizzazione della struttura, tutto a future fasi di approvazioni (sia rispetto alle superfici da coprire sia alle varie tipologie di servizi e quali e quanti saranno a pagamento e gratuiti) lo troviamo poco garantista e tutelante per il futuro, oltre che amministrativamente sbagliato”.
Poi le richieste di chiarimento: “Il sindaco spieghi, dato che non pensiamo che un soggetto economico come una società investa le proprie risorse per nulla, se nell’area o parte di essa potranno essere effettuate attività anche in forma libera e gratuita; se una parte dei giochi saranno di libero accesso in forma gratuita; che tipo di attività verranno svolte e se verranno aperti punti di bar e ristorazione. A proposito di studio degli atti, poi, dato che l’avviso pubblico di manifestazione di interesse prevedeva la partecipazione anche da società non ancora costituite purché fosse allegata alla domanda l’intenzione di costituirsi in società, vorremmo sapere che approfondimenti sono stati effettuati rispetto alla capacità di perseguire l’attività dell’unica società (la Trilogy srl di Arezzo) che ha partecipato al bando e che si è costituita appena tre giorni dopo la pubblicazione del bando, e ha un capitale sociale di € 1.200,00″.
“Ricordato infine – concludono Cristina Rossi e Fabio Camiciottoli – che questa Amministrazione aveva individuato la possibilità di favorire l’uso dei parchi pubblici per attività a finalità pubblica del tessuto associativo cittadino, il Sindaco e la Giunta dovrebbero spiegarci bene perché hanno ritenuto di non pubblicizzare il bando in modo tale da favorire la partecipazione di altri soggetti, così come dovrebbero spiegarci perché di fronte alla presentazione di un solo soggetto non hanno ritenuto opportuno prorogare i termini. Ma su questo e su altri temi ci sarà il tempo di approfondire ulteriormente”.