Il capogruppo consiliare di Per un’altra San Giovanni – FI, Lorenzo Martellini, presenta nella seduta del 30 novembre un’interrogazione sulla vicenda degli ammanchi scoperti nel 2013. Condannata, oltre alla ex dipendente, anche la banca: la Corte di Conti ritiene una gravissima negligenza “la condotta della banca nel non aver mai sollevato, nel lungo periodo di svolgimento del servizio di Tesoreria, neanche il dubbio sulla legittimità di quei mandati irregolarmente quietanziati”
"Se e quali provvedimenti il Comune di San Giovanni ha avanzato o intende avanzare successivamente alla suddetta sentenza per tutelare gli interessi dell’Ente e se, alla luce delle motivazioni della richiamata sentenza, il Comune di San Giovanni Valdarno intende rivedere il rapporto di Convenzione di Tesoreria tra il Comune di San Giovanni Valdarno e la Banca Unicredit S.p.A": sono le domande che il capogruppo di Per un'altra San Giovanni – FI, Lorenzo Martellini, rivolge al sindaco nell'interrogazione che presenterà nel consiglio comunale del 30 novembre. La vicenda è quella degli ammanchi di denaro dalle casse comunali scoperti nel 2013.
I fatti risalgono al novembre 2013 quando i controlli effettuati per l'assestamento di bilancio portano alla luce una situazione poco chiara. Il sindaco Maurizio Viligiardi presenta denuncia alla Procura della Repubblica e la guardia di finanza di San Giovanni avvia le indagini. Dagli iniziali 30.000 euro le somme sottratte dal 2005 al 2013 arrivano a 172.941 euro, scese poi a 161.499, 48 vista la restituzione di 11.441,52 euro. Responsabile viene ritenuta una dipendente che poco dopo si dimette.
La Sezione Giurisdizionale per la Regione Toscana della Corte dei Conti, che lo scorso mese di aprile ha sbloccato le proprietà della ex dipendente in favore del comune, adesso con sentenza del 25 marzo pubblicata il 16 novembre ha condannato oltre alla ex dipendente anche la Unicredit S.p.A., banca convenzionata con il comune per i servizi di tesoreria “a titolo di responsabilità sussidiaria, al pagamento in favore del Comune di San Giovanni Valdarno della somma di € 151.699,48, oltre interessi e rivalutazione”. In pratica l'istituto di credito dovrebbe pagare nel caso in cui non lo facesse o non lo potesse fare l'ex dipendente.
Le motivazioni della Corte dei Conti: “va ritenuta sussistente la responsabilità anche per l’Istituto Tesoriere a titolo di responsabilità gravemente colposa viste le gravi censure che possono essere mosse al medesimo” ed inoltre “non può, pertanto, in base alla detta convenzione non ascriversi a gravissima negligenza la condotta della banca nel non aver mai sollevato, nel lungo periodo di svolgimento del servizio di Tesoreria, neanche il dubbio sulla legittimità di quei mandati irregolarmente quietanziati”.
Il capogruppo della Lista Per un'altra San Giovanni – FI, dunque, chiede all'amministrazione comunale se intenda rivalersi sulla banca e ridiscutere la convenzione stipulata.