Con una nota Ivano Ferri traccia le sue ulteriori considerazioni e risponde all’appello del consigliere Brogi che gli aveva chiesto di tornare indietro sulle sue posizioni e prendere parte alle consultazioni. “Appello che non posso raccogliere perché la mia candidatura era disponibile solo se frutto di primarie oppure come prevede lo statuto del Pd attraverso una ampia consultazione democratica nel Valdarno”
Un partito democratico in Valdarno diviso: questo ha evidenziato il cosiddetto 'caso Ferri' con la fuoriuscita dell'ex sindaco di Cavriglia dalla consultazione in vista delle elezioni regionali. Dopo la sua conferenza stampa nella quale puntava l'indice contro quelle che ha definito 'regole non democratiche' e alcuni sindaci valdarnesi tante sono state le prese di posizione. Ma se il consigliere regionale Brogi lo ha invitato a rivedere la propria decisione Ferri non torna indietro e anzi rilancia.
"Voglio ringraziare i tantissimi cittadini e non solo del valdarno che in questi giorni hanno solidarizzato con me in vari modi e hanno sostenuto con telefonate, post e sms la mia protesta contro il regolamento (dell'imbroglio) per la scelta dei candidati del Valdarno alle prossime elezioni per il Consiglio Regionale. Voglio Ringraziare il Pd di Cavriglia per il sostegno dimostrato e Enzo Brogi per il suo appoggio e il suo appello accorato affinché partecipi alla competizione raccogliendo le firme degli iscritti come previsto dal regolamento regionale. Appello che però non posso raccogliere perché la mia candidatura era disponibile solo se frutto di primarie oppure, come prevede lo statuto del Pd, attraverso una ampia consultazione democratica nel Valdarno. Certo non attraverso il regolamento dell'imbroglio che un manipolo di oligarchi voleva imporre al Valdarno per orientare il risultato non rispettando il ruolo fondamentale dell'iscritto da qualunque luogo esso provenga".
"Il metodo democratico non è certo quello indicato da Bronzi e da alcuni esponenti del Pd ai quali vorrei ricordare che anche le maggioranze devono rispettare regole democratiche e, come ho già detto nella mia personale conferenza stampa, non è certamente democratico un regolamento che fa si che un iscritto di Cavriglia e Bucine valga un terzo di quello di Pergine, Loro, Castelfranco – Piandisco e quasi un quarto di quelli di Montevarchi e San Giovanni. La democrazia è una testa, un voto e lo dimostra anche il fatto che nelle tante consultazioni effettuate negli anni, anche per scegliere il segretario nazionale, i voti si siano sempre contati e mai pesati e anche adesso nella raccolta di firme degli iscritti prevista dal regolamento regionale e indispensabili per essere candidati, le firme degli iscritti hanno uguale valore, in qualunque luogo della Toscana siano raccolte".
"Sono anch'io convinto che comuni importanti anche numericamente come Montevarchi e San Giovanni abbiano una forza elettorale superiore agli altri comuni del Valdarno ma la soluzione per valorizzarla visto che hanno un modesto numero di iscritti non è certo pesare i voti ma decidere tutti insieme che l'ampia consultazione democratica del Valdarno sia aperta a iscritti e elettori del Pd, queste non sarebbero le primarie provinciali vietate dal regolamento regionale ma sarebbe l'ampia consultazione democratica prevista dallo statuto del Pd e sulla quale tutte le unioni comunali erano d'accordo".
Ivano Ferri, infine, conclude:
"Per fare questo occorre coraggio quello che il Pd ha sempre dimostrato nei momenti importanti e la consapevolezza che i candidati individuati con questo metodo, chiunque essi siano, sarebbero realmente espressione del territorio e potrebbero realmente aspirare a rappresentarci bene in Consiglio Regionale. Se per ottenere ciò è necessario che io non sia nella competizione, a me va comunque bene, alle candidature si può facilmente rinunciare alla democrazia mai".