La donna, ex dipendente di un’azienda di spurghi di Levane, era stata denunciata per tentata estorsione. Ma ha dimostrato ai carabinieri di essere in realtà vittima dello stesso reato: i proprietari, padre e due figli, l’avrebbero minacciata di licenziamento se non avesse accettato condizioni di pagamento inferiori a quanto le spettava
Era stata inizialmente denunciata per il tentativo di estorsione nei confronti dei suoi ex datori di lavoro, in una ditta di spurghi di Levane. Ma la donna, 30 anni, residente a Pergine, non si è arresa e ha presentato a sua volta denuncia, nei confronti dei tre titolari dell'azienda, padre e due figli, sostenendo, in sostanza, di essere lei la vittima.
Da quella denuncia sono partite successive indagini dei carabinieri, che hanno permesso di appurare che i tre imprenditori, in realtà, sono stati i presunti responsabili di minacce nei confronti della donna: l'avrebbero licenziata se non avesse accettato pagamenti inferiori a quanto le spettava in busta paga, e al lavoro effettivamente svolto, parte del quale in nero.
I tre uomini sono stati deferiti in stato di libertà dai carabinieri di Levane. La ex dipendente ha presentato denuncia per altre presunte violazioni, di natura ambientale e fiscale, per le quali sono ancora in corso accertamenti da parte dei carabinieri e della magistratura.