19, Aprile, 2024

Accoglienza di profughi ucraini, coordinamento fra Prefettura, istituzioni e Asl. Al momento numeri bassi

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Si organizza la macchina dell’accoglienza per l’arrivo di profughi dall’Ucraina, anche se per il momento i numeri sul territorio valdarnese e in quello della Provincia di Arezzo sono esigui, e spesso collegati all’accoglienza da parte di familiari che già vivono in queste zone. Ad ogni modo, lunedì si è tenuta una riunione in Prefettura ad Arezzo in merito alle modalità di accoglienza dei profughi ucraini, per mettere a punto i percorsi di gestione e di segnalazione delle presenze.

La presidente della provincia di Arezzo, Silvia Chiassai Martini, ha spiegato in seguito all’incontro: “I numeri di arrivi sul territorio provinciale sono al momento molto bassi, trattandosi di poche unità, riconducibili a rapporti familiari o amicali. È importante comunque che qualsiasi cittadino ucraino presente nel territorio sia segnalato a Comune, Questura, Asl e all’Ufficio scolastico per l’attivazione dei percorsi di sostegno e di protezione. In caso di ospitalità presso parenti o amici, la segnalazione della presenza consente il rilascio presso le Questura dei documenti necessari e in particolare del permesso di protezione della validità di un anno. Nel caso in cui il profugo ucraino non abbia la possibilità di essere ospitato, l’accoglienza sarà gestita dalla Prefettura stessa. In questo momento non sono consentite iniziative di ospitalità da parte di privati, eccetto il caso di rapporti personali consolidati. La Prefettura naturalmente monitora l’evolversi della situazione e darà puntuale comunicazione al territorio”.

Il sindaco di Terranuova e presidente della Conferenza dei Sindaci del Valdarno, Sergio Chienni, ha aggiunto: “Allo stato attuale i centri di accoglienza straordinaria sono sufficienti per accogliere i rifugiati ucraini in provincia di Arezzo. La situazione è in divenire, pertanto la Prefettura si riserva di valutare la possibilità di ricorrere successivamente, in caso di bisogno, alla disponibilità dei privati che si sono offerti di ospitare i rifugiati. Ciascun Comune può fin da adesso raccogliere queste disponibilità”. E infatti alcuni comuni hanno attivato indirizzi mail a cui i privati cittadini possono comunicare la propria disponibilità.

Intanto si organizza anche l’Azienda Sanitaria Sud Est che, in supporto alle Prefetture e agli enti territoriali, mette in campo le azioni necessarie per gestire la sorveglianza sanitaria ai profughi che stanno arrivando. Nello specifico, una volta che i cittadini ucraini sono arrivati nei nostri territori e segnalati alle Prefetture, il Dipartimento di Prevenzione della Asl Toscana sud est provvede ad effettuare i tamponi entro 48 ore dal loro arrivo; i test sono eseguiti nella rete della Asl insieme al volontariato e alle farmacie. Nei cinque giorni successivi all’effettuazione del tampone, la persona deve osservare il regime di auto sorveglianza con obbligo di indossare la mascherina Ffp2. Chi non è vaccinato per il Covid o non ha completato il ciclo vaccinale può farlo, su base volontaria, entro cinque giorni dal proprio arrivo.

Oltre al Covid, è attivata la verifica e l’eventuale vaccinazione per tutte le altre patologie come difterite, tetano e pertosse, e si procedere all’offerta di vaccini contro il morbillo, parotite, rosolia e al test per lo screening per la tubercolosi. Alle persone che arrivano è poi fornita una tessera codice STP (Straniero temporaneamente presente) per accedere alle cure ambulatoriali e ospedaliere o alle prestazioni occasionali di assistenza primaria, come i medici di medicina generale, e alla scelta del pediatra per i bambini.

“In questa emergenza umanitaria – dichiara il direttore generale Antonio D’Urso – l’Asl Toscana sud est supporta la gestione delle Prefetture, delle Province e dei Comuni per gli aspetti sanitari tra cui le misure anti Covid”.

Per segnalare l’arrivo dei profughi che non arrivano dai canali ufficiali e attivare il percorso sanitario è attivo il numero verde regionale 800-556060.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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