Presentati il progetto “Cibo Amico” e quello per l’abbattimento delle liste di attesa degli esami diagnostici ai pazienti oncologici. A finanziarli è il Comitato per la lotta contro i tumori
Due sono gli ultimi due progetti ai quali ha dato vita il Calcit Valdarno: il primo per l'abbattimento delle liste di attesa degli esami diagnostici ai pazienti oncologici consiste nel finanziamento dell'attività di un medico radiologo che per otto ore alla settimana si dedicherà esclusivamente alla diagnosi di patologie oncologiche, il secondo è Cibo amico e consiste in attività supporto nutrizionale per pazienti affetti da tumore.
“Insieme al Calcit abbiamo varato un progetto comune per incrementare l'attività radiologica, per quanto riguarda gli esami oncologici, abbattendo il tempo di attesa in un momento nel quale abbiamo due dottoresse in maternità – spiega la responsabile della radiodiagnostica Claudia Nocentini – e due persone trasferite in altre regioni per essere più vicine alla famiglia. Al comitato l'azienda ha chiesto aiuto per un medico radiologo e per potenziare l'attività e il Calcit ha stanziato circa ventimila euro: con questa cifra è stato possibile dare una risposta con il dottor Christian Faraldi, che al suo lavoro di trenta ore settimanali ne aggiungerà altre otto dedicate ad attività soprattutto ecografiche, per la quale basta il medico e non è necessario il supporto di altro personale, per la diagnosi di patologie di natura oncologica”.
Tale attività di indagine ecografica (che si svolgere il mercoledì e il venerdì pomeriggio) sarà rivolta sia ai nuovi pazienti che a quelli che hanno necessità di svolgere l'esame per valutazioni circa il decorso della malattia e l'efficacia del percorso di cura intrapreso.
"Cibo amico" invece ruota intorno a due nutrizionisti, la dottoressa Saraconi e il dottor Rombolà sotto la supervisione di Alessandra Signorini in qualità di direttore del reparto di oncologia, ed è un servizio che intende offrire ai pazienti oncologici (gratuitamente grazie al supporto del Calcit) una consulenza in ambito nutrizionale non solo durante il periodo delle terapia, cercando di capire quale sia lo stile alimentare migliore per sopportarla al meglio, ma anche che nella fase successive, con lo scopo di prevenire eventuali ricadute adottando stili di vita sani".