Anche quest’anno il 29 giugno è stato il giorno del ricordo nel borgo della Valdambra. Durante la serata, la donazione di una scultura dedicata alle vittime e alle donne che contribuirono a ricostruire una comunità, oltre alla lettura della lettera di saluto del Presidente della Repubblica
"La responsabilità della memoria da tramandare ai giovani". Con queste parole del sindaco di Bucine Pietro Tanzini è iniziata mercoledì sera a San Pancrazio la commemorazione delle vittime dell'eccidio nazifascista del 29 giugno 1944. Ogni anno l'appuntamento nel piccolo borgo della Valdambra per ricordare le 73 persone che persero la vita in uno degli episodi registrati in tutto il Valdarno in quell'estate.
Il primo cittadino ha poi letto il suo invito recapitato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la risposta pervenuta nei giorni scorsi, dove si esprime la vicinanza del Presidente e l'apprezzamento per l'iniziativa di omaggio alle vittime. "Sono contento di aver ricevuto questa risposta e spero che possa venire presto qui a San Pancrazio, per una vistia che possa onorare e dare rispetto alle vittime, cosa invece non ancora avvenuta da parte del governo".
La memoria come valore per costruire un futuro e per le nuove generazioni è stata affrontata anche dal consigliere regionale Valentina Vadi, che ha portato il saluto di tutto il Consiglio: "Il Valdarno è stata una terra martoriata da questi eventi, il ricordo provoca sempre profondo dolore tra i sopravvissuti e le famiglie delle vittime".
Quest'anno una riflessione anche sul ruolo che ebbero le donne nei giorni e nelle settimane seguenti la strage: furono fondamentali per la ricostruzione di un'intera comunità. "Ho provato a immaginare quello che hanno passato, leggendo le loro storie, ricostruendo un intero paese dal niente. Qui uno dei più grandi insegnamenti della storia", ha aggiunto l'assessore Sara Valentini.
Proprio alla figura femminile è ispirata la scultura "Donna delle stragi: zia Romana" dell'artista Vitaliano Fantoni (Biffe), donata durante la serata e collocata all'interno della ex fattoria, ora Sacrario, dove avvenne la strage. "La donna è colei che rimane, la più colpita, si dice infatti che per ogni uomo che muore c'è almeno una donna o più che lo piangono" – ha commentato l'artista – "Questo è il mio omaggio a San Pancrazio, dove fu ucciso anche mio zio". La scultura è stata realizzata con la tecnica della terracotta invetriata che risale al 1400, la stessa utilizzata dai Della Robbia, ma qui con l'applicazione del colorie.
72 anni dopo l'eccidio, la memoria e la volontà di ricordare sono ancora oggi i valori forti nella serata della commemoriazione nel piccolo borgo di San Pancrazio, dove sono stati realizzati negli anni anche il Roseto in memoria delle vititme e l'anno scorso l'Archivio Digitale della Memoria con tutte le testimonianze dei sopravvissuti, oltre a contributi multimediali.