28, Marzo, 2024

4 novembre, San Giovanni, Cavriglia e Figline Incisa celebrano la festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate

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4 novembre: San Giovanni, Cavriglia e Figline Incisa hanno celebrato la Festa dell’Unità nazionale e delle forze armate. Ricordati anche i 100 anni della traslazione della salma del Milite Ignoto da Aquileia all’altare della Patria di Roma dove venne tumulato il 4 novembre 1921.

L’intervento tenuto stamani dal sindaco Valentina Vadi: “Autorità militari e civili, istituzioni, associazioni combattentistiche, cittadini. Saluto voi tutti e vi ringrazio per aver preso parte a questa celebrazione del 4 di Novembre, la Festa della Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate, che il Comune di San Giovanni Valdarno, da tanti anni, ricorda con una commemorazione ufficiale. Commemoriamo, oggi, il 4 Novembre, la fine del primo conflitto mondiale ed il raggiungimento della Unità nazionale, con la riconquista di Trento e Trieste, avvenute dopo una guerra dolorosa e tragica che costò tante vite umane al nostro paese. Insieme, celebriamo le Forze Armate che quotidianamente prestano un importante servizio nel nostro territorio, testimonianza di una dedizione, di una professionalità, di una umanità e di un impegno verso il quale indirizziamo la nostra sincera riconoscenza. In ogni momento critico, costituiscono un baluardo e un punto di riferimento, nelle nostre città a tutela e a difesa della sicurezza pubblica e della salute pubblica. A loro, qui presenti, come primo cittadino di questa comunità, esprimo il mio ringraziamento e la mia gratitudine.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a Trieste, qualche anno fa, in occasione dei cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, sottolineò: ‘Bisogna ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione Europea. Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì, in misura fallimentare, l’incapacità delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e interessi in modo pacifico, anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo’. La Costituzione italiana, nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione, ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, privilegia la pace, la collaborazione internazionale, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze. Ognuno di noi, nella vita quotidiana, può fare molto per concorrere e mantenere la pace: abbiamo noi tutti il dovere morale di difendere e tutelare le istituzioni democratiche, di raccontare e di non disperdere la memoria di quanto di feroce è accaduto nel nostro paese e in Europa oltre settanta anni fa, di rendere le giovani generazioni coscienti e consapevoli dell’orrore prodotto dalla guerra, dall’odio razziale e religioso, dalla prepotenza e dalla violenza, mantenendo una ‘attenzione vigile’ rispetto a quel periodo oscuro del nostro passato, e rispetto a quanto sta accadendo ancora nel presente”.

Anche in una comunità piccola come la nostra, è compito importante – e qui mi rivolgo, in modo particolare, a chi ricopre incarichi pubblici ed amministrativi – creare e determinare le condizioni per una convivenza pacifica e collaborativa, di aiuto reciproco e di supporto verso i più deboli, di attenzione alle sofferenze individuali, di costruzione di un tessuto urbano coeso e sereno nel quale vivere, un luogo accogliente e rispettoso della molteplicità delle idee e della diversità che si dispiegano nella dialettica del confronto civile e democratico. Ma in questo le istituzioni non sono da sole: esiste un ricco tessuto associativo a San Giovanni Valdarno, esistono istituzioni scolastiche, reti educative di ispirazioni cattolica e laica che quotidianamente sono impegnate in questa opera – faticosa ma bellissima – di costruzione della comunità”.

San Giovanni, poi, ha aderito alla richiesta del Gruppo delle Medaglie d’oro al valor militare d’Italia di conferire la cittadinanza onoraria in ogni comune al Milite Ignoto, approvando all’unanimità la delibera presentata nel consiglio comunale del 29 ottobre scorso. “Quest’anno la ricorrenza del 4 Novembre si intreccia ai cento anni del Milite Ignoto: per questa ragione è presente qui insieme a me il Presidente del Consiglio Comunale, Mauro Tempesta, a cui a breve lascerò la parola per ricordare il Milite Ignoto e fare riferimento all’atto di indirizzo politico approvato nel Consiglio Comunale del 29 Ottobre scorso. In questo giorno, che commemora l’Unità Nazionale e le Forze Armate, ringraziandovi per la vostra partecipazione, rivolgo un invito a tutti noi all’impegno per tutelare e far crescere la nostra comunità, insieme, in armonia, facendo ognuno di noi, con passione ed umiltà, il nostro dovere quotidiano, nell’auspicio, vivissimo, che il momento della emergenza sanitaria possa passare il prima possibile”.

Anche il Comune di Cavriglia ha ricordato il 4 novembre rendendo omaggio a quattro luoghi simbolo dei caduti delle guerre: il monumento di fronte al Municipio, il monumento di via Sauro a Montegonzi, il Sacrario nel Vecchio Borgo di Castelnuovo e il monumento a Meleto.

“Oggi è anche il centenario del viaggio del milite ignoto, un viaggio riproposto nei giorni scorsi proprio per celebrare questo momento di unificazione. Quei valori e quel messaggio sono ancora attuali; testimoniano i sentimenti di solidarietà e la volontà di contribuire alla causa del nostro Paese e a questo si lega un significato di unità che è ancora presente oggi in un contesto diverso e in una realtà storica cambiata. Nel 1921 il paese era ancora lacerato dalla guerra: allora il primo obiettivo nella ricostruzione fu recuperare il senso di unità nazionale, un senso che ci fa sentire vicini ai nostri valori comuni, ed è importante se non fondamentale anche per affrontare il futuro, in questi momenti difficili legati alla pandemia. L’evento di 100 anni fa peraltro coinvolse anche il Valdarno durante il viaggio: quel momento costituisce l’incipit del libro “Nessuna croce manca”, scritto da Silvia Fineschi, Roberto Reali, Adalberto Scarlino, Antonella Fineschi e Paola Bertoncini. Il testo ripercorre il periodo dal 1921 al 1926 attraverso intrecci tra la storia nazionale e quella locale andando a toccare racconti di prigionieri di guerra, le vicende delle famiglie dei caduti e le iniziative politiche di quegli anni. Il libro, che nel titolo cita la poesia di Ungaretti ‘San Martino del Carso’, sarà presentato al Museo MINE sabato 20 novembre, divenendo occasione ulteriore per celebrare i 100 anni della deposizione della salma senza nome all’Altare della Patria”.

A Figline Incisa si è tenuta una doppia cerimonia, con la deposizione di una corona al Monumento ai Caduti di piazza Mazzanti, a Incisa, e all’Albero del’Universo, a Figline. Erano presenti la sindaca Giulia Mugnai e l’Amministrazione comunale, il presidente del Consiglio comunale Federico Cecoro, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche.

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