Mantiene un ruolo centrale il settore manifatturiero nel Valdarno Aretino, con una forte specializzazione nella produzione di oggetti di pelletteria e calzature. A dirlo è il rapporto Irpet presentato ieri sera all’Auditorium CNA di San Giovanni, nel corso di una serata dedicata a tracciare il punto della situazione guardando proprio all’economia della vallata. L’iniziativa, dal titolo “Sfide e opportunità per il futuro economico e occupazione del Valdarno aretino,” è stata organizzata da CNA. L’evento ha visto un’ampia partecipazione da parte della comunità locale e degli stakeholder economici. Il dibattito è stato molto sentito, con esperti del settore, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni che hanno condiviso le loro visioni e prospettive sulla crescita economica e l’occupazione nel Valdarno.
In particolare, ha spiegato il direttore Irpet Nicola Sciclone, è emerso che il settore moda in Valdarno occupa una quota significativa della forza lavoro locale, con il 40% degli occupati nelle grandi imprese e il restante 60% nelle PMI del settore. Questa specializzazione è stata al centro del dibattito, con un’attenzione particolare alla sua influenza sull’occupazione giovanile e sulle opportunità di lavoro per i residenti. Il mercato del lavoro locale è stato oggetto di un’analisi dettagliata, con un focus sulla creazione di contratti stabili e sulla diversificazione delle qualifiche richieste nel settore manifatturiero. Sono stati esaminati anche gli effetti della pandemia e le prospettive di ripresa economica nel 2021 e 2022.
Il dibattito seguente alla presentazione del rapporto Irpet è stato caratterizzato da numerosi e significativi interventi. Paolo Pernici, Presidente di CNA Valdarno e CNA Federmoda Toscana, ha sottolineato: “Le nostre imprese devono essere sostenute. Il made in Italy siamo noi, quelli che fanno la produzione. È fondamentale rafforzare i collegamenti con le scuole, anche perché abbiamo bisogno di personale”. L’imprenditore Aldo Cappetti ha aggiunto: “Bisogna evitare ulteriori erosioni della filiera. Noi piccoli imprenditori formiamo le maestranze, che poi i grandi portano via. È un tema che va discusso, anche perché le grandi imprese ricevono aiuti economici anche statali, per noi piccoli reggere diventa dura.”
Silvia Chiassai Martini, sindaco di Montevarchi, ha evidenziato: “I grandi marchi sono qui perché ci sono le maestranze. Dobbiamo cercare di contribuire alla crescita del territorio. Un problema significativo è la formazione delle maestranze, noi come comune favoriamo corsi di formazione nelle scuole.” Paola Romei, vicesindaco di San Giovanni, ha posto l’accento sui percorsi di formazione esistenti a San Giovanni, mentre Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini, ha affermato: “Dobbiamo cercare di creare strumenti che ci mettano in comunicazione con il mondo delle imprese.”
A conclusione del dibattito, Massimo Guasconi, presidente della Camera di Commercio di Arezzo e Siena, ha integrato i dati di Irpet con quelli del rapporto Excelsior, sottolineando: “Il rapporto Excelsior evidenzia che le imprese vogliono assumere, ma nel 57% dei casi o non ci sono candidati, o non ci sono le professionalità richieste. La presenza di immigrati sopperisce inevitabilmente a queste carenze. Per ribadire il ruolo delle Pmi, il rapporto evidenza anche una forte richiesta di dipendenti da aziende con meno di 50 dipendenti.” Il presidente ha infine enfatizzato la necessità di formare maestranze qualificate.