Lo scorso martedì 12 luglio, ha avuto luogo la prima serata di “Viviamo il museo, viviamo la montagna”, svoltasi fra il Museo Venturino Venturi e la Filanda di Loro Ciuffenna. Nicoletta Cellai, Assessore e Vice sindaco del Comune in questione, ha aperto questo ciclo di serate, tutte dedicate al Museo del famoso artista lorese e alla montagna del Pratomagno.
“Iniziativa che nasce dalla voglia di accogliere la comunità all’interno del Museo, luogo identitario per i loresi perchè Venturino Venturi è sempre stato un uomo della comunità, di Loro”, commenta Cellai. Il Museo apre così le sue porte di sera, in piena estate, per coinvolgere e soprattutto far conoscere le opere dell’artista. Già in passato il Museo aveva accolto serate di lettura, arte e musica, ma quest’anno vi è un ulteriore novità. Cellai: “Viviamo il Museo, riconoscendolo come luogo identitario, diventa anche “Viviamo la montagna” perchè anch’essa luogo della collettività”, quindi le serate, che avranno luogo per i prossimi tre martedì fra luglio e agosto, coniugano queste due identità, Museo e Pratomagno.
Il Pratomagno, simbolo di riferimento per gli abitanti di Loro Ciuffenna, diventa così il protagonista di questo ciclo di serate. La prima di queste, ad esempio, è iniziata con una visita presso il Museo Venturino Venturi, nella piazza del Comune, guidata da Lucia Fiaschi, Direttrice e nipote dell’artista. Subito dopo l’evento si è spostato nella vicina Filanda per un incontro con Nicola Anaclerio, professore del liceo Varchi, sulle piante e insetti che popolano il Pratomagno. Le restanti serate riguarderanno, invece, altri aspetti interessanti come una giusta alimentazione in montagna; una digressione filosofica sulla “montagna maestra di vita” e, infine, una serata sull’ecosistema del Pratomagno.
“Questi appuntamenti sono legati al nostro territorio e per noi è importante dargli valore”, sottolinea Cellai. Loro Ciuffenna con queste serate cerca di offrire una maggiore profondità identitaria ai suoi cittadini, ma in realtà anche al Valdarno stesso che si trova, alla fine, anch’esso ai piedi del Pratomagno.