Anche quest’anno in piazza a Figline, si festeggia la Pasqua in maniera tradizionale: con il corteo storico delle Contrade, lo scoppio del Carro e il volo della Colombina. Lo spettacolo che si dispone in Piazza Marsilio Ficino, ha origini ben lontane nel tempo e ben vicine nella geografia; la storia dello Scoppio del Carro, del sacro fuoco, e solo dopo della Colombina, parte da Firenze e arriva in Valdarno nella sua parte fiorentina.
Eugenio Giani, nella prefazione al libro Scoppio del Carro, di Luciano Artusi, Giuseppe Garbarino, Antonio Marrone, scrive:”Le origini recondite della accensione della fiamma e del fuoco sacro si perdono fra storie e leggende nella partecipazione dei fiorentini alla prima Crociata, guidata da Goffredo di Buglione, con fra i suoi comandati quel Pazzino de Pazzi, nobile fiorentino da cui ha origine la storia. Egli, secondo quanto tramandato, guidò una folta rappresentanza della città alla Crociata che vide Goffredo di Buglione vincente nel riprendere Gerusalemme alla fine del dodicesimo secolo e addirittura alcuni testi ci raccontano come il 16 luglio del 1101 Pazzino rientrò trionfante a Firenze portando le pietre focaie che aveva trovato nella chiesa del Santo Sepolcro della Gerusalemme città crocevia delle religioni giudaica, cristiana, musulmana.”
Continua riguardo la storia:”Per anni le pietre focaie trovate dal Pazzi servivano per accendere le fiaccole che davano vita alla grande manifestazione che si svolgeva a Firenze nei giorni di Pasqua, ma il trasformarsi delle cose portò alla fine del Trecento ad organizzare un carro con tripodi su cui ardeva il fuoco santo trasportato nel corteo per la città e successivamente trasformare il carro con il tripede in ben più solido carro trasportato da buoi coperto di mortaretti e fuochi d’artificio fatti esplodere davanti al Sagrato del Duomo.”
Il volo della Colombina per l’accensione del carro, fu inserito in un secondo momento. Anche grazie a questa aggiunta, si attesta la condivisione della tradizione con il Valdarno fiorentino. Ancora Lo scoppio del Carro:”Certa è la data del primo scoppio del carro avvenuto per mezzo della «colombina» simbolo dello Spirito Santo. Infatti, fu durante il pontificato di Leone X (Giovanni de’ Medici 1513 – 1521) che dal coro di Santa Maria del Fiore fu tirata una corda, opportunamente spalmata di sugna per consentire un agevole scorrimento alla colombina, che arrivava fino al centro del carro posto davanti al Battistero, in perfetta corrispondenza speculare con l’altare maggiore.”
Marcello Cellai, valdarnese aiutante per più di venti anni nell’ accensione della miccia della Colombina a Firenze ne racconta il funzionamento e la storia:”Funziona così: al Gloria arrivavano le tre candele che io porgevo al Cardinale; con queste lui accendeva la miccia della Colombina che percorre 150 metri per tornare poi indietro. A Firenze è fatta di cartapesta ed ha due micce di andata e due di ritorno; quella di Figline dovrebbe averne una di andata e una di ritorno. Quella di Firenze è direzionata al contrario rispetto agli altri posti: infatti parte di testa per tornare di coda; invece le altre fanno il contrario. Partono di coda per tornare di testa.”
Il ritorno della Colombina è simbolo di buon auspicio per i contadini e non solo. Conclude Cellai:” Se la Colombina va e torna in maniera regolare, vorrà dire che l’annata sarà buona. Questo è l’auspicio che inizialmente veniva rivolto ai contadini e che è stato poi generalizzato. Un caso anomalo fu per esempio il 1966 quando a Firenze la Colombina non tornò; fu anche l’anno dell’alluvione. Uno dei meriti del manetenimento della tradizione in Valdarno, va alla storica ditta pirotcenica Soldi. È a loro che mi sono affiancato per molti anni. La tradizione continua la sua evoluzione: rispetto a quando ho iniziato, per esempio è cambiato il sistema delle bandiere. Sul carro ci sono tre bandiere: il Giglio fiorentino, lo stemma Pazzi e la Pasqua; inizialmente queste prendevano fuoco. Adesso c’è un sistema con il quale le bandiere, inizialmente inserite di “scatole” si srotolano senza prendere fuoco.”