23, Novembre, 2024

L’Italia raccontata dagli scatti di George Tatge: aperta la mostra fotografica al Pretorio

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È stata inaugurata sabato 4 settembre, in coincidenza con l’inizio delle Feste del Perdono di Figline, la mostra fotografica di George Tatge ospitata all’interno del Palazzo Pretorio di Figline. Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza dello stesso autore. Quella di Tatge è una mostra organizzata dal Circolo Fotografico Arno in collaborazione con il comune, per celebrare il quarantennale dalla sua fondazione: e nello stesso giorno il Circolo ha anche inaugurato la sua sede appena ristrutturata.

Tatge è uno dei più riconoscibili innovatori della fotografia paesaggistica e architettonica che ha dedicato buona parte della sua carriera al racconto per immagini dell’Italia. Circa 50 gli scatti in mostra al Palazzo Pretorio di Figline, visibili fino al 12 settembre. Come ha ricordato Eros Ceccherini, del Circolo fotografico Arno, “Dopo la retrospettiva sul fotoreporter Mauro Galligani, quella dedicata al lavoro di George Tatge sarà la seconda delle quattro mostre organizzate quest’anno, in collaborazione con il Comune di Figline e Incisa, per festeggiare il quarantennale”. E la sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai, ha ringraziato il Circolo fotografico: “La nuova sede è un omaggio alla storia di Figline, ma la loro attività è anche aperta ai giovani e guarda al futuro. Grazie a loro, dunque, che danno un contributo importante alla crescita culturale della nostra città”.

George Tatge è nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano. Cresciuto tra l’Europa e il Medio Oriente, dopo aver studiato letteratura inglese negli Stati Uniti, nel 1973 si trasferisce in Italia, dove comincia a lavorare come giornalista e fotografo. Dello stesso anno è la sua prima mostra in Italia, alla Galleria Il Diaframma di Milano. Da allora ha presentato i suoi lavori in decine di mostre personali e collettive, in America e in Europa. Alcune delle sue opere sono entrate nelle collezioni del Metropolitan Museum di New York, del George Eastman House di Rochester, del Houston Museum of Fine Arts, del Centre Canadien d’Architecture a Montreal, della Helmut Gernsheim Collection a Mannheim e della Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Con i suoi scatti ha indagato per decenni il paesaggio urbano italiano, dandone una lettura malinconica e sfuggente. La maggior parte delle sue fotografie sono realizzate con un vecchio banco ottico 13×18 cm Deardorff.

 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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