Riportare a casa il bassorilievo rubato a Ponte agli Stolli nel 1905? È una possibilità concreta, a patto che l’attenzione non cali e che la comunità locale mantenga forte la mobilitazione. È quanto emerso nel corso dell’evento organizzato ieri sera, proprio nella frazione collinare figlinese, da Valdarnopost e comune di Figline e Incisa. Una serata in cui si è fatto il punto della situazione, ripartendo dalla storia dell’opera e da quella del suo furto, fino ad arrivare ai giorni nostri e ai possibili ostacoli per il rientro dell’opera in Italia.
Al tavolo presenti la senatrice Margherita Corrado e l’assessore alla cultura Dario Picchioni, in video l’intervento dello storico dell’arte Victor Veronesi, che si è particolarmente appassionato alla vicenda e che ha ricostruito nei dettagli le nuove scoperte fatte negli ultimi mesi, mettendo insieme un quadro molto chiaro sugli eventi dal furto del 1905 fino all’arrivo dell’opera a Cleveland nel 1922, e sui soggetti coinvolti in questa storia.
Infine lo studioso Giancarlo Gentilini (autore di questo microstudio) ha inviato un contributo scritto. Insieme a loro, la redazione di Valdarnopost; e ad ascoltare oltre ottanta persone, molti residenti di Ponte agli Stolli che quella storia la ricordano ancora, soprattutto grazie alle memorie tramandate di generazione in generazione: perché quel furto colpì molto la popolazione locale di inizio ‘900.
È stata la senatrice Corrado a tracciare il quadro soprattutto dal punto di vista delle procedure necessarie per la restituzione dell’opera, che oggi si trova in un museo privato a Cleveland. “È stata fondamentale l’attenzione dei media locali e della comunità, e questa non è retorica: finora questa attenzione ha permesso di riaprire la vicenda, e sarà ancora più importante in futuro. Se vedremo ritornare dagli Stati Uniti il bassorilievo Buglioni dipenderà soprattutto da voi. Il mio mandato di Senatrice finisce a ottobre, ma io rimango comunque al vostro fianco, mettendo a disposizione le mie competenze. Non siete soli, ma dipende tutto da quello che riuscirete a fare nei prossimi mesi”, ha esordito.
Corrado ha poi spiegato quali sono le norme a cui ci si può appellare per chiedere la restituzione di un’opera sottratta illecitamente dall’Italia, ma anche svelato una delle più recenti novità in merito alla storia del bassorilievo Buglioni, un accordo vincolato alla segretezza, su cui lei stessa dieci giorni fa ha presentato un’altra interrogazione in Senato. “Risulta che nel 2008 il Ministero della Cultura abbia sottoscritto un accordo con il Museo di Cleveland, ottenendo grazie a questo accordo la restituzione di 14 opere. Altre 15 sono rimaste invece al museo americano, e fra queste c’è il bassorilievo Buglioni: ebbene, quell’accordo sancirebbe che l’Italia non le richiederà indietro per almeno 25 anni, quindi fino al 2032″. La Senatrice ha però chiarito che nel frattempo molte cose sono cambiate, le nuove informazioni raccolte anche negli ultimi mesi permetterebbero di riaprire quella pagina, e ad ogni modo, se ce ne fosse la volontà anche politica, si potrebbe comunque perseguire l’obiettivo della restituzione. “C’è poi un altro fattore importante, quello della reputazione del museo: negli Stati Uniti si dà molto peso al fattore della reputazione, e quindi anche fare leva su questo, sottolineando che si tratta di un’opera sottratta illecitamente, rubata, può fare la differenza nelle decisioni del Cleveland Museum”.
Ed è su questo che può pesare la mobilitazione della comunità locale, che sente ancora “sua” quell’opera, trafugata ormai più di cento anni fa, portata via dalla cappellina Menchi che era stata fatta costruire nel 1717 e che ancora oggi è un punto di riferimento della comunità locale. Non sono mancati momenti di emozione, nel rivedere le immagini del grande bassorilievo che raffigura la Madonna con Bambino e i santi nelle foto dell’epoca e nelle immagini girate dalla tv locale di Cleveland. Stefano Menchi, uno dei discendenti di colui che fece edificare la cappellina, nel corso della serata ha annunciato le volontà della famiglia: “Tra di noi ne abbiamo parlato spesso, ora che torna ad esserci un interesse pubblico alto siamo molto emozionati. Approfitto dell’occasione per precisare che la cappella è privata, ma qualora l’opera rientri in Italia è nostra intenzione, nelle forme che saranno individuate, renderla alla pubblica fruibilità, come d’altronde aveva sancito il costruttore della cappellina Giovan Battista Menchi, che lo aveva inciso nella scritta sopra alla porta d’ingresso”.
La posizione dell’Amministrazione comunale è stata chiarita dall’assessore Dario Picchioni: “Ci siamo mobilitati fin da subito, su due linee. Da una parte quella dell’iter di restituzione, in cui però il comune ha un ruolo marginale, comunque abbiamo avviato una interlocuzione con il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, che ci hanno confermato che un’iter di restituzione è in corso. Ed è già una buona notizia. Dall’altra parte c’è la la sensibilizzazione pubblica, la diffusione di una consapevolezza tra i cittadini su questa vicenda, che ci vede in prima linea insieme a tutti voi. C’è insomma una possibilità concreta, a mio avviso, se continuiamo con il coinvolgimento attivo di tutti. Siamo favorevoli al rientro in Italia dell’opera, ma come comune abbiamo anche voluto precisare che serve una collocazione adeguata, di accesso pubblico e fruibile, e su questo avremo bisogno che il Ministero della Cultura dia delle risposte”.
La nascita di un Comitato, una raccolta firme, altre iniziative pubbliche sono le ipotesi ora sul tavolo. Nei prossimi giorni, intanto, Valdarnopost pubblicherà il filmato integrale della serata di Ponte agli Stolli, anche questo sarà un documento importante da cui ripartire per proseguire nella battaglia.