Non ci sono ancora certezze per il futuro della Valentino e i suoi dipendenti: dopo il rogo che ha distrutto lo stabilimento lo scorso aprile, e che le indagini hanno appurato fosse colposo perché scaturito quasi sicuramente dalle polveri di lavorazione smaltite male, ancora oggi i lavoratori sono ‘spalmati’ su più luoghi di lavoro. La Filctem Cgil, con il segretario provinciale Gabriele Innocenti, torna a parlare di questa situazione.
“La Valentino ci ha convocato per discutere del premio aziendale. La ringraziamo e l’argomento ci interessa ma prima dei soldi vogliamo discutere del futuro di questa azienda e dei suoi 160 lavoratori. Il tempo passa e i problemi si accumulano. Una decina di addetti, figure fortemente professionalizzate, si sono licenziati per andare a lavorare altrove. E’ ovviamente un loro diritto ma rende evidente che non c’è sicurezza sul futuro. Sono passati oltre 7 mesi dall’incendio e non ci sono novità. 60 lavorano a Levane nello stabilimento preso in affitto da Prada; altrettanti a Capraia in una sorta di condominio produttivo che li vede lavorare solo di pomeriggio e altri 60 a Bucine. Altri 30 in un magazzino della zona ai quali dobbiamo aggiungere i circa 50 dipendenti della Valentino SPA che loro malgrado sono pienamente coinvolti nella vicenda”.
Secondo il Segretario della Filctem Cgil questa non è una situazione accettabile. “Siamo perfettamente consapevoli che un nuovo stabilimento deve essere progettato, localizzato e costruito. I tempi non potranno essere brevi ma qui non è iniziato nemmeno il conto alla rovescia. Non abbiamo la minima notizia sulle intenzioni della Valentino e quindi sul futuro dei lavoratori. Il 18 ottobre ci presenteremo all’incontro con la Direzione ma all’ordine del giorno porremo un argomento che deve essere discusso prima del premio di produttività e cioè il futuro della Valentino. Dopo l’incontro con l’azienda, organizzeremo le assemblee dei lavoratori in tutti i siti dove oggi sono distribuiti e, in caso di ulteriore silenzio aziendale, programmeremo iniziative di mobilitazione”.