05, Novembre, 2024

San Giovanni, le oche egiziane hanno anche i piccoli

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Aveva allarmato nei giorni scorsi la presenza di una sola oca egiziana sulle sponde dell’Arno a San Giovanni e la mancanza della seconda. Il mistero è stato presto svelato: stava covando. Adesso infatti ha fatto capolino la famiglia al completo: insieme ai due esemplari adulti, nelle acque del fiume, nuotano anche i piccoli, come si vede dalle belle immagini scattate da Karin Huphof, appassionata di fotografia, natura e ambiente.

“Ancora una volta dal fiume arriva la conferma dei cambiamenti climatici che consentono a specie alloctone di insediarsi e riprodursi nei nostri corsi d’acqua. È un elemento delicato che deve essere monitorato con attenzione per evitare, da un punto di vista naturalistico, l’impoverimento dell’habitat fluviale, e, da un punto di vista idraulico, mutamenti che possono contribuire a rendere i corsi d’acqua più fragili. Anche per affrontare in modo adeguato e approfondito la presenza e la convivenza con specie animali e vegetali non autoctone, il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno ha promosso i contratti di fiume, percorsi partecipativi all’interno dei quali sono presenti più esperienze, competenze e visioni che, insieme, possono collaborare per trovare soluzioni idonee a favorire una più corretta ed equilibrata convivenza e una migliore integrazione tra necessità differenti”, commenta la Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno Serena Stefani.

“Con la stessa attenzione il nostro ente sta valutando modalità efficaci per affrontare situazioni nuove che, via via, si manifesto sul reticolo idraulico del nostro comprensorio: dal ritorno del castoro europeo sul Tevere alla presenza del Poligono del Giappone che si sta allargando a macchia d’olio anche sull’Arno in prossimità di Arezzo”, aggiunge il Direttore Generale Francesco Lisi. “Sono situazioni che, per ragioni e con obiettivi diversi, richiedono studi approfonditi alla ricerca delle soluzioni migliori: in un caso per conciliare la presenza degli animali e la mitigazione del rischio idraulico, nell’altro per fermare l’avanzata di una pianta che uccide specie vegetali locali e mette a dura prova la robustezza delle sponde”.

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