Per “difendere i cittadini” ha deciso di rivolgersi al Tar, il sindaco di Rignano Daniele Lorenzini: la questione è quella del progetto per il nuovo depuratore degli scarichi reflui urbani a servizio dell’area del Valdarno fiorentino, il cui iter progettuale è stato avviato da Publiacqua nel 2019, e che dopo il passaggio in Conferenza dei servizi passerà ora alla fase di progettazione esecutiva. Ma è proprio nel progetto che Lorenzini ha evidenziato quelli che ritiene due problemi importanti per il proprio territorio, e in particolare per le ricadute economiche che comporterebbero a carico dei cittadini. Tanto che ha avviato una battaglia con l’obiettivo di aprire anche una riflessione politica su questo tema.
“Il progetto per il nuovo depuratore, che sorgerà nel territorio comunale di Reggello e servirà anche Rignano, ha un costo di 13 milioni e mezzo di euro, di cui oltre 5 milioni riguardano proprio il nostro territorio – spiega Lorenzini – in sostanza, sarà dismesso l’attuale depuratore di Rignano situato nei pressi dell’Arno, alla Formica, e questo è il primo problema. Non c’è infatti una normativa che imponga in capo al gestore i costi dello smantellamento e bonifica degli impianti utilizzati e non più funzionali. Una situazione normativa che così finisce per far ricadere tutto sul sindaco e di conseguenza, quei costi, finiranno sulle spalle dei cittadini di Rignano che però già pagano le spese di depurazione in bolletta. A me questo non va giù: ed è dal 2019, quando è iniziato l’iter di progettazione del nuovo impianto, che lo ripeto a Publiacqua. Ho chiesto di parlarne con Autorità di Bacino e Regione, proprio perché il Comune non può essere lasciato solo a gestire la demolizione e bonifica di questa struttura: ma non c’è stato niente da fare finora”.
“Il secondo problema – continua il sindaco di Rignano – è relativo al nuovo collettore fognario che passerà, nel progetto, in via Roma per arrivare poi alla zona artigianale e produttiva di Pian dell’Isola e raggiungere il nuovo depuratore. Ho chiesto a Publiacqua di non passare da via Roma perché ci sono una serie di utenze, compresi i nostri impianti sportivi, che si trovano a valle, e che quindi una volta terminata l’opera per potersi allacciare alle nuove condotte dovranno realizzare in proprio impianti di sollevamento, a proprie spese. La mia richiesta è di passare invece sull’Arno, dove tra l’altro è prevista una pista ciclabile: questo consentirebbe di evitare ai singoli le spese per i propri sollevamenti”.
“Ho deciso di fare ricorso al Tar perché è il momento, a mio avviso, di sollevare una questione politica, non tecnica: secondo me è un problema che va affrontato, e principalmente proprio con una riflessione politica”, conclude Daniele Lorenzini.
Intanto, sulle due questioni sollevate dal sindaco di Rignano, interviene anche Publiacqua. “Sul primo punto, cioè sulla questione della dismissione del depuratore attuale, c’è un regolamento dell’Autorità nazionale ARERA che vieta alle aziende gestori del servizio idrico di mettere in tariffa e quindi di fare investimenti nella bonifica e dismissione di vecchi impianti. Non si può mettere in tariffa, e poiché i gestori fanno investimenti solo in tariffa, non è possibile per Publiacqua accollarsi la dismissione. Quando Publiacqua non gestirà più questo impianto perché non sarà più funzionale al servizio e non più efficiente, questo manufatto dunque tornerà al proprietario, che è il comune di Rignano. Non è l’unico comune che si vede restituito un manufatto, ci sono stati altri casi di questo genere anche nell’area gestita dalla stessa Publiacqua”.
“Per quanto riguarda il secondo punto, quello relativo alle abitazioni situate sotto alla sede stradale da cui passerà, come da prassi, il collettore fognario, anche in questo caso è già capitato in altri comuni. Il procedimento prevede che Publiacqua realizzi l’impianto, e poi che il Comune, con una ordinanza, dica alle utenze di allacciarsi al collettore per evitare gli scarichi all’aperto. Il cittadino, se vive al di sotto del livello in cui passa la fognatura pubblica, deve dotarsi di un piccolo impianto di sollevamento: detto questo, se ci sono situazioni da valutare come in questo caso, siamo disponibilissimi a valutare con il sindaco e con i privati cittadini tutti i margini di manovra di possibili accordi per andare incontro alle loro esigenze e limitare al massimo l’esborso a carico dei cittadini stessi. Lo facciamo per le reti dell’acquedotto e lo facciamo anche per la fognatura”, spiegano da Publiacqua.