Aveva quasi cento anni Vittorio Cecconi, il partigiano “Arrivabene”, scomparso oggi. Era l’ultimo partigiano in vita di Reggello: nato nel giugno del 1923, a vent’anni era entrato nella Divisione Potente, Brigata Lanciotto, ed era stato operativo nel Pratomagno e poi nella Liberazione di Firenze. Negli anni è stato impegnato nella politica reggellese e ha sempre portato avanti la sua testimonianza, partecipando puntualmente alle celebrazioni della Liberazione.
La nota del comune di Reggello: “Per la Comunità di Reggello oggi è un giorno triste. Ci lascia Vittorio Cecconi partigiano “Arrivabene”, l’ultimo dei partigiani del nostro Comune. Staffetta e partigiano, guida del comandante della divisione garibaldina Arno, Aligi Barducci “Potente”.
Sempre impegnato per la difesa della Costituzione, ha sempre presenziato alle celebrazioni del 25 Aprile ed è stato attivo nell’ANPI, nella sezione di Rignano Reggello. I suoi insegnamenti e la militanza per la libertà siano d’esempio, dando la forza e la consapevolezza a tutta la comunità reggellese. Riprendiamo il suo intervento dello scorso anno, durante la celebrazione dell’anniversario della liberazione d’Italia:
“Affido il compito ai giovani che mi rappresenteranno ogni 25 Aprile affinchè si possa ricordare quanto è cara la libertà e la democrazia”.
Ciao Vittorio”.
Il ricordo dell’ex sindaco Cristiano Benucci, oggi consigliere regionale: “Ho appreso poco fa la notizia della morte di Vittorio Cecconi, ultimo partigiano (il suo nome era Arrivabene) rimasto finora in vita a Reggello. Molto impegnato nella vita politica reggellese, è stato più volte amministratore del nostro comune. Sempre presente alle celebrazioni del 25 aprile, non mancava mai di portare la sua testimonianza della dura esperienza della guerra e della lotta di liberazione”.
“Durante il mio mandato di sindaco – ricorda Benucci – ero solito periodicamente ricevere una sua visita nel palazzo comunale. Si informava su come andassero le cose e non mancava mai di incoraggiare noi amministratori. Quando terminai la mia esperienza alla guida dell’amministrazione mi portò una poesia su Reggello e i Reggellesi, auspicando, nell’ultima strofa, che potessi festeggiare il suo centenario. Per pochi mesi non ce l’abbiamo fatta, caro Vittorio, ma non dimenticheremo i tuoi racconti e il tuo impegno per restituirci la libertà”.