23, Dicembre, 2024

San Giovanni, le celebrazioni per la festa dell’Unità nazionale e la giornata delle forze armate

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San Giovanni celebra la festa dell’Unità nazionale e la giornata delle forze armate: lo farà lunedì 6 novembre dalle 8,30 con la celebrazione della Santa messa nella chiesa di San Lorenzo in piazza Masaccio. Alle ore 9,15 la delegazione si sposterà al cimitero urbano per deporre una corona d’alloro al sacrario dei caduti. Seguirà, alle ore 9,45, la deposizione di una corona al monumento ai caduti presso Lungarno Don Minzoni.

Il 4 novembre 1918 entrava in vigore l’armistizio firmato a villa Giusti (Padova) dal generale Armando Diaz, comandante delle Forze armate italiane e il rappresentante dell’Impero austro-ungarico. Finiva così la prima guerra mondiale. L’Italia aveva impiegato più di 4 milioni di soldati di cui 250.000 giovani appena diciottenni. Il bilancio fu di 600.000 morti, 1.500.000 di feriti e circa 400.000 civili che avevano dovuto lasciare le loro case sulla linea del fronte. Il 4 novembre diventò così il giorno della commemorazione, della riconoscenza, della solidarietà.

Parteciperanno alla cerimonia il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi, il presidente del consiglio comunale Elena Spadaccio, la compagnia Carabinieri di San Giovanni Valdarno, la Guardia di Finanza di San Giovanni Valdarno, l’Anpi associazione nazionale partigiani d’Italia, l’associazione nazionale Bersaglieri sezione San Giovanni Valdarno, l’associazione nazionale Carabinieri sezione San Giovanni Valdarno, l’associazione nazionale Finanzieri sezione San Giovanni Valdarno e l’associazione nazionale Mutilati e invalidi di guerra sezione San Giovanni Valdarno.

“Ognuno di noi, nella vita quotidiana – dichiara il sindaco Valentina Vadi – può fare molto per concorrere e mantenere la pace: abbiamo noi tutti il dovere morale di difendere e tutelare le istituzioni democratiche, di raccontare e di non disperdere la memoria di quanto di feroce è accaduto nel nostro paese e in Europa oltre settanta anni fa, di rendere le giovani generazioni coscienti e consapevoli dell’orrore prodotto dalla guerra, dall’odio razziale e religioso, dalla prepotenza e dalla violenza, mantenendo un’attenzione vigile rispetto a quel periodo oscuro del nostro passato, e rispetto a quanto sta accadendo ancora nel presente. Anche in una comunità piccola come la nostra, è compito importante – e qui mi rivolgo, in modo particolare, a chi ricopre incarichi pubblici ed amministrativi – creare e determinare le condizioni per una convivenza pacifica e collaborativa, di aiuto reciproco e di supporto verso i più deboli, di attenzione alle sofferenze individuali, di costruzione di un tessuto urbano coeso e sereno nel quale vivere, un luogo accogliente e rispettoso della molteplicità delle idee e della diversità che si dispiegano nella dialettica del confronto civile e democratico. Oggi più che mai dobbiamo sentire forte la responsabilità di pensare, operare, agire come costruttori di pace. E la pace si costruisce non dividendo, non acuendo i contrasti, non separando ma promuovendo il dialogo, il confronto continuo, aprendosi all’altro”.

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