Via libera in quattro consigli comunali del Valdarno all’operazione cosiddetta ‘Multiutility’, cioè alla nascita di una società pluripartecipata (al 51% pubblica) che gestisca i servizi idrici, ambientali e di energia. Si tratta di un passaggio ulteriore del progetto che prevede la fusione per incorporazione delle società Publiservizi Spa, Acqua Toscana Spa e Consiag Spa in Alia Servizi Ambientali Spa. Acqua Toscana, tra l’altro, è la newco nata per rappresentare le partecipazioni di 32 comuni detenute in Publiacqua: in Valdarno hanno deliberato il passaggio ad Acqua Toscana i comuni di Castelfranco Piandiscò, Figline e Incisa, Reggello, Rignano, Terranuova.
In questi giorni la proposta di delibera per la fase di fusione, per la costituzione della Multiutility, è passata all’attenzione dei consigli comunali di tutti quei comuni che sono potenzialmente interessati dall’operazione, cioè che sono soci di uno dei soggetti che andranno a incorporarsi nella nuova piattaforma. In delibera anche il patto parasociale tra soci pubblici e l’aumento di capitale. Ecco come hanno votato i Consigli comunali del Valdarno.
Il Consiglio comunale di Figline e Incisa ha approvato nella seduta del 18 ottobre la delibera, con i voti favorevoli della maggioranza; contrari i consiglieri di Lega e M5S, astenuta FdI, uscita dall’aula Cristina Simoni (Lista Civica per Figline e Incisa Azione – Italia Viva per il Terzo Polo). “Finalmente diamo concretezza alla scelta di lavorare per mantenere il potere decisionale e gestionale sul nostro territorio, mantenendolo alla collettività con un capitale a prevalenza pubblico – ha detto la sindaca Giulia Mugnai – con l’obiettivo di migliorare i servizi che vengono erogati e aumentare la capacità di investimento, sia per le manutenzioni straordinarie di reti idriche o del gas, ma anche per l’impiantistica ad esempio per la gestione dei rifiuti”.
Anche il Consiglio comunale di Rignano ha approvato la delibera che dà il via libera alla fusione: “Il nostro Consiglio comunale – ha ricordato il sindaco Giacomo Certosi – aveva già deciso, durante precedente Amministrazione, di passare le quote Publiacqua in Acqua Toscana, quindi di fatto mettendo la nostra Amministrazione dentro il progetto della Multiutility. L’obiettivo di tutto questo processo è duplice: da una parte, trovare le risorse per superare i problemi legati alle gestioni dei servizio; dall’altra, trovare il modo di intervenire in maniera strutturale, e penso in particolare alla carenza di impianti per la gestione dei rifiuti”. L’atto è passato con i voti favorevoli della maggioranza, fatta eccezione per un astenuto, l’assessore Mariotti; contrari invece dall’opposizione i tre consiglieri di Insieme per Rignano, che in una nota commentano: “Noi abbiamo espresso la nostra contrarietà a questa Multiutility, un colosso industriale che prevedrà un 49% di quotazione in borsa: non si abbassano le tariffe se si deve remunerare il capitale e creare utili per gli investitori. Sul primo atto importante di questa legislatura la Giunta si è già spaccata”.
Vai libera anche del Consiglio comunale di Reggello, dove hanno votato a favore PD e Reggello Viva. Si è astenuto Oleg Bartolini (FdI). Contrari Gabriele Cicogni (Lega), Veronica Nenci e Virginia Calcinai (Lista civica Nenci sindaco). “La creazione di questa Multiutility – ha spiegato in apertura di dibattito il sindaco Piero Giunti – ha l’obiettivo di affrontare le sfide che abbiamo avanti, evitando di diventare ‘terra di conquista’ da parte di altri, ma essere protagonisti di questo passaggio nella gestione dei servizi. Il soggetto pubblico avrà non solo il 51% e quindi la maggiore rappresentanza, ma anche dal punto di vista gestionale avrà un ruolo centrale. Noi ci crediamo in questo percorso, anche per migliorare gli investimenti e rendere più puntuali i servizi sul nostro territorio”.
Il Consiglio comunale di Terranuova ha approvato con i voti favorevoli della maggioranza la delibera; all’opposizione si sono registrati un voto astenuto (Massimo Mugnai, centrodestra per Terranuova) e due voti contrari (Paolo Castellucci, Uniti per Terranuova, e Francesca Faelli, Movimento ecologista terranuovese).
Tutto ribaltato a Montevarchi: il Consiglio comunale non ha approvato la delibera sulla Multiutility (astensione della maggioranza e del PD, voto contrario di Avanti Montevarchi e Impegno Comune) e ha preso invece l’impegno con un atto di indirizzo condiviso di uscire da Consiag Spa. “Il comune di Montevarchi è socio di Consiag Spa, e per questo si trova a sottoporre al Consiglio la proposta sulla Multiutility – ha spiegato il vicesindaco, Cristina Bucciarelli – abbiamo ben chiaro però che comuni come il nostro avranno ben scarsa rappresentatività nel CdA della Multiutility, visto che i patti parasociali prevedono un raggruppamento di comuni per almeno il 5% per poter nominare un consigliere. Il solo comune di Montevarchi, nella pluripartecipata, avrà una quota prevista dello 0,27%”. E il sindaco Silvia Chiassai Martini ha puntualizzato: “L’idea di creare un soggetto a partecipazione pubblica per contrastare i grandi gruppi privati che potrebbero avere interesse a gestire i servizi in Toscana è un’idea interessante; di fatto però questo che ci viene presentato è un progetto Firenze-centrico, e purtroppo non abbiamo trovato né condivisione né garanzie specifiche per comuni come il nostro. Da parte della Giunta non c’è una volontà convinta di entrare in questa Multiutility, della quale saremmo spettatori passivi; anche se ricordo che con le quote che deteniamo in Publiacqua saremo già di fatto nella Multiutility. Credo però che sia un’opportunità politica per Montevarchi, allo stato attuale, quella di uscire da Consiag, e riavere così i 2 milioni e 700mila euro di quote partecipazione: si tratta dell’ipotesi a mio avviso più vantaggiosa, in attesa di decidere quale scelta fare in futuro”. Il Consiglio di Montevarchi ha dunque rigettato la fusione, impegnando il sindaco a votare contrario nell’assemblea di Consiag convocata per il 20 ottobre, decidendo allo stesso tempo di esercitare il diritto di recesso da Consiag, impegnando anche ad avviare un processo di confronto per decidere come investire i fondi che saranno incassati come quota di partecipazione dal comune.
A Castelfranco Piandiscò (comune che ha già deciso la cessione delle quote da Publiacqua ad Acqua Toscana Spa), invece, la proposta di delibera non è stata portata in Consiglio comunale. Il sindaco, Enzo Cacioli, spiega la motivazione: “Per il momento non abbiamo espresso considerazioni e stiamo valutando la posizione dell’Amministrazione comunale. L’obbligo di portare in Consiglio comunale l’atto non c’è; la riflessione dev’essere compiuta, e al momento non è così. Al momento le nostre quote rimangono in Acqua Toscana Spa. Se il Consiglio comunale prenderà una posizione diversa la esprimerà”.
Infine, una posizione ancora diversa è quella che attualmente assumono i tre comuni di Loro, Cavriglia e San Giovanni: tutti e tre, infatti, hanno già deciso di non passare le quote di Publiacqua ad Acqua Toscana, esprimendo in quel momento una precisa posizione politica; in questa fase di conseguenza non porteranno neanche in approvazione la costituzione della Multiutility, non essendo tenuti a farlo.