31, Gennaio, 2025

Acqua: le associazioni della Rete Zero Pfas chiedono controlli, monitoraggio e trasparenza

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Attenzione puntata sui Pfas, inquinanti delle acque potabili: una rete di associazioni tra cui le valdarnesi Comitato Vittime Podere Rota e Comitato Acqua bene Comune Valdarno firmano una nota in cui chiedono

Tutto parte dalla pubblicazione, da parte di Greenpeace, della prima mappa sulla contaminazione da Pfas delle acque potabili: “Queste sono molecole di sintesi utilizzate in molti processi industriali, talmente difficili da degradare tanto da essere definite gli ‘inquinanti eterni’. Si diffondono nell’ambiente sia attraverso l’acqua che l’aria e vengono trovati addirittura a grandi distanze dalle zone di produzione e utilizzo, capaci di entrare nella catena alimentare e nell’organismo umano. Dal report dell’aprile 2024 di Greenpeace sulle acque superficiali della nostra regione emergeva che alcuni distretti produttivi contribuivano pesantemente all’inquinamento ambientale, e anche la mappa sulle acque potabili non può che destare preoccupazioni per la nostra salute”, scrivono le associazioni della Rete Zero Pfas Toscana.

“In Toscana sono stati prelevati 31 campioni ben 25 sono risultati positivi ai pfas, quindi oltre l’80%. I comuni che hanno livelli più preoccupanti di Pfas come somma sono Arezzo, Lucca Montale e Prato. Ci auguriamo che le quantità rilevate ad Arezzo, già fuori norma per le normative vigenti, siano attribuibili solo ad una situazione contingente e che non rappresentino la normalità. Certo è che l’aretino è caratterizzato da una forte presenza di piccole e grandi industrie galvaniche che sono tra i maggiori utilizzatori di queste sostanze. […] I TFA, frutto della degradazione di Pfas a catena lunga, sono molto presenti in Arno che funge da mezzo di trasporto, presenti nelle acque potabili a Firenze, Figline Incisa Valdarno che prelevano proprio dal fiume ma anche a Prato e Lucca”.

Da qui le richieste: “Già a seguito del report di Greenpeace sulle acque superficiali, con firma di oltre 50 associazioni, abbiamo inviato una lettera al Presidente della regione, all’Assessore e a tutti i Gruppi Consiliari, chiedendo che si attivassero gli organi preposti per le analisi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta e addirittura l’assessore Monni ha dichiarato al giornale Avvenire di avere altre priorità. Abbiamo pure chiesto ripetutamente al direttore di Arpat ed al suo staff incontri per essere messi a conoscenza della loro attività in essere e futura sui pfas, dopo una prima timida disponibilità, l’incontro richiesto non ci è stato mai confermato. Nel mese di settembre abbiamo inviato a tutti i comuni toscani una mozione, per richiedere a gestori e ASL del territorio di effettuare le analisi sui Pfas e rendere pubbliche le risultanze, di richiedere alla Regione Toscana un piano di monitoraggio di tutte le acque di falda e di superficie e per richiedere una legge che come minimo regolamenti gli usi di questi inquinanti. Solo una ventina di comuni hanno già deliberato, ma si sono poi attivati verso le istituzioni competenti?”.

“Vogliamo essere messi al corrente sui controlli effettuati dalle AASSLL sulle acque potabili della Toscana, specialmente per quanto riguarda i 6 pfas, il cui uso è vietato per legge da tempo. Nello scorso ottobre si sono tenuti a Firenze gli “Stati Generali sull’inquinamento Pfas” organizzati da Greenpeace, insieme a comitati e associazioni provenienti anche da Veneto, Lombardia, Piemonte ci siamo confrontati e uniti nella “Rete Zero Pfas Italia”. A quanto pare tutti fanno orecchi da mercante dal governo nazionale a quello regionale a chi è preposto ai controlli fino ai sindaci, ma con controlli assenti o limitati, la mancanza di conoscenza rischia di trasformare l’inquinamento da PFAS in un’emergenza fuori controllo”, concludono le associazioni.

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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